«Vorrei iniziare ricordando con enorme affetto Carletto Mazzone appena scomparso. Il suo era uno degli ultimi volti del vero calcio italiano, non asservito a valori che non siano quelli dello sport», è la premessa di Maurizio De Giovanni, scrittore e grande tifoso del Napoli.
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Il ricordo di Mazzone è un incipit per parlare della questione in atto tra il Napoli, la Ficg e il tecnico toscano?
«Sì. Nutro una grandissima stima nei confronti di Luciano Spalletti: è stato uno dei grandi artefici di questo meraviglioso scudetto vinto dal Napoli. Il suo è probabilmente il primo nome che viene in mente quando si pensa all’impresa portata a termine nella scorsa Serie A. Eppure, è innegabile che Spalletti abbia creato un problema al Napoli quando non si è reso disponibile al rinnovo, successivo alla famosa pec inviatagli dalla società. Quando Spalletti ha detto al Napoli la frase “sono esaurito, mi devo fermare”, ha trovato una sponda favorevole nella società, che lo ha assecondato in questa sua esigenza».
Il Napoli, insomma, è stato riconoscente nei confronti del tecnico?
«Parlo dall’osservatorio del tifoso, naturalmente. E formulo il mio giudizio in funzione di quello che ci è dato di vedere dall’esterno. Non sappiamo se sia successo altro tra Spalletti e De Laurentiis, oltre a quello di cui si è parlato. Stando così le cose, però, dobbiamo attenerci ai fatti: Adl ha esercitato il rinnovo del contratto e Spalletti ha rifiutato, sostenendo di essere “esaurito” e di aver bisogno di un anno sabbatico».
E che ne pensa della posizione sostenuta dalla Federcalcio?
«Mi chiedo come sia possibile che la Federazione Italiana Calcio non tenga conto della clausola firmata da Spalletti col Napoli. Capisco l’urgenza e capisco che tra poche settimane la nazionale dovrà disputare una serie di partite importanti. Capisco anche il fatto che la fine del contratto con Mancini non sia stata esattamente ortodossa, ma la gestione Gravina mi lascia perplesso. Ricordo che lo stesso Gravina non è venuto a Napoli a premiare i campioni d’Italia e ha esultato alla notizia del patteggiamento della Juventus. Sotto la sua gestione non abbiamo disputato i mondiali, e anche l’ultimo torneo della nazionale femminile non è andato come ci si aspettava. Ribadisco: per Spalletti nutro un affetto imperituro e sono orgoglioso che un allenatore che ha vinto a Napoli arrivi in nazionale, ma sono perplesso dagli atteggiamenti della Federcalcio. Mi chiedo, in proposito, come mai l’istituto delle dimissioni in Italia sia così stabilmente ignorato».
Insomma, secondo lei chi ha ragione tra Spalletti e De Laurentiis in questa situazione?
«Direi che ha ragione De Laurentiis: il presidente fa benissimo a non derogare. C’è una clausola scritta e sottoscritta liberamente dall’ex tecnico azzurro».
Pensa che questa diatriba possa in qualche modo incidere sul campionato?
«Si temono irregolarità a danno del Napoli che, secondo alcuni, si starebbe mettendo contro la Federazione. In realtà la SSC Napoli sta soltanto facendo valere i suoi diritti. Non voglio credere però a una cosa del genere e spero che in campo non ci siano torti. Monitoreremo tutti la situazione affinché questo non succeda».