Gazzetta – “Spalletti non vuole Napoli contro, la Figc lo reclama ma lui ci pensa”

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La scelta è fatta e per quanto sta nelle intenzioni della Figc, non si torna indietro: Luciano Spalletti, per il presidente Gabriele Gravina, è il nuovo c.t. della Nazionale, e glielo ha detto con chiarezza. Anche Spalletti vuole la Nazionale, diciamo che la vorrebbe fortemente. Ma nelle ultime ore è assillato da dubbi che prescindono, o comunque sono ulteriori, rispetto alla questione legale ed economica legata alla “famosa” clausola che il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, pretende sia pagata per liberarlo e permettergli di accettare l’incarico di c.t. dell’Italia. Ma si tratta di dubbi che proprio da questa vicenda sono alimentati: perché da quel braccio di ferro è nato un clima che non piace a Spalletti. Prese di posizione anche di esponenti politici, “rumors” striscianti che alimentano sospetti sul fatto che il Napoli possa rischiare ripicche da parte della Figc. O che Spalletti possa trovarsi in difficoltà nella gestione dei convocati in azzurro del Napoli. Spalletti è legatissimo alla città a cui ha regalato lo scudetto dopo 33 anni, ha il Napoli tatuato sulla pelle: non vorrebbe mai trovarsi contro una piazza che ama. Ma soprattutto considera legittimo per un tecnico che accetta una carriera di c.t. poterla affrontare con larga approvazione, accompagnato da consensi e non da problematiche extra campo.

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L’ostacolo clausola Al di là dei dubbi incombenti di Spalletti, sullo sfondo resta l’ostacolo clausola presente nel contratto che l’allenatore aveva con il Napoli (che, essendo “a scalare”, il 1° settembre ammonterebbe a 2,5 milioni di euro) e la posizione rigida presa – e ribadita con un comunicato di Ferragosto – da Aurelio De Laurentiis. E anche questo è l’argomento delle riflessioni di questi giorni. Del tecnico, anzitutto. Che, appena contattato, si è dimostrato supermotivato di fronte alla proposta del presidente federale – rimasto molto favorevolmente colpito da questa determinazione – e da subito ha iniziato a valutare se, e poi soprattutto come, sobbarcarsi l’onere dell’eventuale contenzioso con De Laurentiis, da sostenere quando già seduto sulla panchina azzurra.

 

I pareri legali Una questione che, ancor prima che economica, è anzitutto legale: perché verte sulle chance di vincere un’eventuale vertenza, o addirittura di non doverla neanche affrontare. Nel caso fosse inevitabile arrivare alla controversia, Spalletti sarebbe ovviamente supportato dalla Federazione e dai suoi legali, per quanto sarà necessario. Ma il tecnico è già assistito anche da suo figlio Samuele, che sta tenendo le fila dei rapporti con i legali interessati alla vicenda e con il Napoli calcio. Giovane ma già affermato avvocato, è legato all’importantissimo studio legale milanese “Gattai e Minoli Partners”, che sta preparando un parere. Sostanzialmente c’è da confortare la tesi secondo la quale la clausola nel contratto di Spalletti sia di “non concorrenza”, e dunque non abbia valore attivo in caso di un impegno firmato con la Nazionale. Incarico ovviamente diverso da quello assunto con un club. Ma soprattutto l’assunto in base al quale non può essere legittima una clausola che in pratica vieta “in toto” di lavorare.

 

Fonte: Gazzetta

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