Da Rivisondoli a Gedda e poi a Vigo è un viaggetto assai virtuale in cui accadono realmente cose: e si può rimanere sospesi nell’aria, con un cellulare tra le dita, aspettando uno squillo che valga quanto un segnale e dìa il via ad un affare. Il Napoli sta aspettando semplicemente che l’Al-Ahli tenga fede alle proprie promesse: trenta milioni di euro alla società, trentasei a Zielinski per il prossimo triennio, e poi vivranno (quasi) tutti felici e contenti. Zielinski e sua moglie Laura, nonostante la ricchezza rilevante, non se ne andranno gioiosi ma, ovviamente, poi se ne faranno una ragione: lo strappo è doloroso, ormai a Napoli erano di casa, sono otto anni che l’hanno eletto ad habitat naturale e ci sarebbero rimasti anche fino alla fine della carriera di un centrocampista che viene sommerso sui social da testimonianze di affetto emozionanti. Ma questo è il calcio e Adl sta per chiudere un affare che soffoca gli affetti: cede un calciatore in scadenza nel 2024, fa una plusvalenza da mille e una notte, e ripensando ai quindici milioni spesi nell’estate del 2015 per il trequartista polacco si sfrega anche le mani. Contemporaneamente, standosene all’Acqua Montis, in quella Rivisondoli che è il suo quartier generale, ha già avviato la trattativa con il Celta Vigo per Gabri Veiga, uno Zielinski in salsa spagnola, ventuno anni che rappresentano una filosofia identitaria, e una prospettiva da accogliere a braccia aperte: la prima proposta, ventotto milioni di euro per la precisione, non è stata sufficiente a far vacillare i galiziani, che resistono ma ascoltano. E dunque si procede, ad oltranza, con la possibilità che il Napoli ritocchi la propria offerta. L’idea del Celta Vigo è «stuzzicante»: incassare l’intera cifra stabilita dalla clausola, quaranta milioni di euro, ma il sospetto che ci siano margini di trattativa esiste, perché il Napoli ha conquistato immediatamente Veiga, l’ha fatto con la prospettiva di trascinarlo nel fantastico mondo della Champions League ed anche con un quinquennale al quale è impossibile negarsi, almeno a queste latitudini. Fonte: CdS