Manca il centrale, l’erede non c’è ma la situazione di Kim era certa fin da maggio

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I social parlano e il 18 luglio Kim Minjae è diventato il difensore centrale del Bayern. Elementare, Watson: era scritto nelle carte, con cinquanta sfumature d’una ricchezza insospettabile. Kim è uno dei manifesti della rivoluzione dell’estate del 2022, quella che diventa lo spartiacque tra un calcio e l’altro, sta dentro quell’idea rivoluzionaria di Progetto che non ha bandiere, non fa prigionieri, non ne vuole. E però, intanto, a due settimane da un divorzio ormai annunciato da almeno tre mesi, al fianco di Rrahmani, Juan Jesus e Ostigard rimane un’ombra o semplicemente una casella da riempire. Il casting, così si fa, è stato impegnativo, certo stressante, sembra stia per essere ultimato e non sembra alimenti ansia né in Adl, né in chi gli sta intorno: i fatti, lo insegnano un po’ ovunque, vanno rigorosamente separati dalle opinioni e si può stare serenamente a guardar la luna, però poi nell’oscurità un pizzico di tensione si può avvertire, scoprendo che alle spalle non c’è (ancora) nessuno.  Fonte: CdS

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