La preparazione non convince, troppi infortuni e Garcia si deve “inventare” la squadra

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Nel gioco delle coppie di metà campo, servirebbe un altro Ndombele, che a giugno – come da prestito – è rientrato al Tottenham: piace Lo Celso, ma non sempre volere è potere, e per il momento al fianco di Lobotka, Anguissa e Zielinski, restano Elmas (che sa fare tutto), Gaetano (che vorrebbe fare tante cose) e Demme (che non sa cosa farà). Ma il mercato è stato catturato dall’esigenza del difensore e dall’evoluzione-involuzione della vicenda Osimhen, e poi anche da quelle dei contratti di Zielinski e Lozano, distrazioni non da poco: il passato qualcosa insegna, per esempio di blitz last minute utili per completare l’organico. Accadde proprio con Ndombele, un anno fa: succederà probabilmente pure adesso.
AHIA, CHE DOLOR. Rudi Garcia con il Girona s’è dovuto inventare (ma solo per una ventina di minuti), un Napoli senza la propria anima: però fuori dal tridente questa squadra non sa starci o, magari inconsciamente, non vuole starci. Ma senza Mario Rui, Demme, l’affaticato Osi e con un Lobotka da dosare dopo l’acciacco in allenamento, è divenuto un esercizio alternativo provare ad infilarsi in un turnover estivo: Paolo Rongoni, il preparatore atletico che Garcia ha portato con sé, avrà contato pure lui gli incidenti di percorso che stridono con la tendenza del passato. Come non farsi mancare nulla. Fonte: CdS

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