Gigi D’Alessio a Gazzetta: “Il popolo napoletano è stato la parte migliore del Napoli”

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Il Napoli si trova a Castel Di Sangro per il secondo ritiro di preparazione alla nuova stagione calcistica. La località è un tripudio di tifosi azzurri, che vogliono stare sempre più vicini ai loro beniamini. Uno dei tifosi è sicuramente Gigi D’Alessio, azzurro da sempre, che domani sera canterà per gli azzurri ed i tifosi nella località abruzzese. Lo ha intervistato Vincenzo D’Angelo per La Gazzetta dello Sport.

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D’Alessio, come si vive l’estate da campioni d’Italia?
«Con la gioia nel cuore. È stata un’emozione incontenibile: noi raramente otteniamo qualcosa ma quando ci riusciamo ce la godiamo fino in fondo. Gli altri magari sono più abituati di noi a vincere, a festeggiare. Ci sentivamo rassegnati a rimanere sempre a guardare, ora ci stropicciamo ancora gli occhi pensando alla grande impresa del Napoli. Abbiamo messo l’Italia sottosopra…».
La città ha saputo celebrare la squadra nel migliore dei modi.
«Il popolo napoletano è stato la parte migliore del Napoli. Abbiamo dimostrato che sappiamo divertirci, che sappiamo festeggiare, che sappiamo rispettare la città. È stato un quadro perfetto».
Perfetto, come il Napoli di Spalletti. Come ha preso il suo addio?
«Luciano è un amico, una grande persona e un tecnico eccezionale. Si dice sempre “squadra che vince non si cambia” e invece noi abbiamo già cambiato molto. Oltre a Luciano è andato via anche Giuntoli, però sappiamo che la società lavora sempre per tenere il Napoli su altissimi livelli. Lo scorso anno, di questi tempi, avevamo perso giocatori ritenuti indispensabili come Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz. Eravamo rassegnati a un anno di sofferenza, poi abbiamo vinto con un super distacco».
Quindi grande fiducia in De Laurentiis.
«Aurelio è un ottimo imprenditore e lo ha dimostrato negli anni. Magari non è un fine conoscitore di calcio, ma sa scegliere gli uomini giusti con cui lavorare: lui e il suo staff riusciranno a tenere in alto il Napoli. I tifosi vogliono vincere sempre, quello è scontato».
La vicenda Osimhen le sta togliendo il sonno?
«Diciamo che me lo agita un po’, perché poi abbiamo imparato che questo calcio non è più legato alla maglia ma al denaro. E gli arabi, purtroppo, hanno la forza dei soldi e non si può mai stare tranquilli. Però credo che anche Victor voglia rimanere, qui lo amano tutti ed è un re. Attendiamo il difensore centrale con fiducia, la società si è meritata negli anni un bel credito. Il vero colpo di mercato fin qui è aver mantenuto tutti i big».
Quindi condivide la scelta di Rudi Garcia?
«Scegliere l’allenatore è un po’ come andare dal medico: se ti cura bene è il più bravo di tutti, se non trova la giusta cura subito, invece, arrivano le lamentele. Se sarà l’uomo giusto “lo scopriremo solo vivendo…” come cantava Battisti. L’allenatore è come un direttore d’orchestra, per lavorare bene deve avere a disposizione grandi musicisti».
Crede che il Napoli possa bissare lo scudetto o vincere la Champions?
«Io dico che oggi nulla è impossibile. Lo scorso anno il Napoli in Europa è arrivato un po’ scarico, è mancato di esperienza nel momento decisivo. Ci è mancata la “cazzimma”, ma quella si acquista sul campo, facendo esperienza. Io dico che possiamo ancora toglierci grandi soddisfazioni, non mettiamo limiti alla provvidenza».
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