Maresca: “Favorevole agli audio Var e a tutto ciò che possa rendere il nostro lavoro trasparente”

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Il Napoli è campione d’Italia. Ma lo scudetto lo ha vinto anche Fabio Maresca, napoletano del Vomero, perché dopo il Premio Mauro nel 2020 quale miglior arbitro internazionale, ha conquistato il premio Stefano Farina. Tradotto: il migliore nella graduatoria di merito dell’Associazione Arbitri.

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Un trionfo: cosa ha pensato? «È stata una grande gioia ed è un grande orgoglio. E voglio ringraziare il sindaco Manfredi per l’attenzione che ha voluto rivolgere non solo a me ma anche alla Sezione di Napoli che quest’anno festeggerà il suo centenario. Però ci tenevo tanto a vincere questo premio: faccio parte di un gruppo fortissimo e riuscire a chiudere la stagione al primo posto della graduatoria è un risultato incredibile. Stefano Farina è stato il dirigente che ha fatto la differenza nella mia carriera, parliamo sempre di lui, la sua assenza non è solo fisica».
C’è una gara perfetta? «Non esiste, solo intenzioni perfette: il mio obiettivo è arrivare preparato al 100% in ogni gara che si tratti di serie B o di nazionali. Se ho fatto il massimo sotto l’aspetto fisico atletico, tecnico tattico e mentale emotivo, so che può succedere di sbagliare una decisione ma non la prestazione».
La partita più difficile diretta quest’anno? «Ho avuto l’opportunità di arbitrarne tante di complesse grazie alla fiducia del Designatore Rocchi, ma di certo ricorderò sempre la finale della Supercoppa Italiana a Riyad tra Inter e Milan».
Che stagione sarà per gli arbitri? «Hanno scelto di dedicarsi esclusivamente al ruolo Var arbitri di talento ed esperienza come Irrati e Valeri e quindi i giovani avranno ancora maggior spazio e possibilità di crescita. Come gruppo siamo chiamati a confermare quanto di buono fatto in termini di uniformità e di selezione dei falli dentro e fuori l’area di rigore. Vogliamo dare insieme alle altre componenti un’immagine sempre migliore del nostro calcio. Come ha detto Gianluca Rocchi, noi saremo inflessibili dal punto di vista comportamentale».
Sarà un anno di chiarimenti sugli episodi dubbi, lei ne è stato sempre sostenitore. Favorevole anche a sentire gli audio del Var? «Sono favorevole a ogni iniziativa che serva a far conoscere agli appassionati del calcio chi sono gli uomini che sono chiamati a prendere le decisioni e che livello di preparazione e professionalità hanno. Il progetto della FIGC che vedremo realizzato quest’anno renderà ancor più trasparente il nostro lavoro».
Un episodio di questa stagione che avrebbe voluto spiegare a tutti? «Non in Italia ma in una gara per Euro 2024, TurchiaGalles: all’8′ c’è la rete del vantaggio dei turchi con possibile fuorigioco in partenza, al Var c’è Irrati. Uno, due, tre minuti di attesa e spettatori che fischiano all’unisono. Mi comunicano nel frattempo che per un problema tecnico non è possibile disegnare le linee dell’offside pertanto Irrati decide di chiamarmi al monitor per valutare il fuorigioco. Rientro sul terreno di gioco e decido per l’annullamento della rete. Avrei voluto che tutti sapessero cosa stava accadendo ed in quale modalità stavamo applicando il protocollo».
Il complimento più bello ricevuto in questa stagione? «Il più grande successo per un arbitro che punta ad arbitrare oltre 200 gare in serie A è essere apprezzato sinceramente dai calciatori e dalle società. E se arrivano da chi ha perso la partita sono ancora più belli».
Il Mattino
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