Montervino: “Di Lorenzo ha lavorato duro per diventare un giocatore top”

Le parole dell'ex capitano del Napoli

0
A 1 Football Club, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Montervino, direttore sportivo del Casarano ed ex capitano del Napoli: “D’Ambrosio? Mi piace soprattutto il fatto che Zanoli vada in prestito. Zanoli ha delle qualità importanti, deve giocare con continuità e fargli perdere un anno dietro Di Lorenzo non sarebbe la soluzione migliore per la sua carriera e per il futuro del Napoli. L’arrivo di un napoletano tra le fila del Napoli, poi, può soltanto far piacere. Fare aggregazione e creare napoletanità in un gruppo internazionale è positivo. D’altronde, Danilo porta anche spessore ed esperienza internazionale in azzurro. Di Lorenzo arriva tardi per due motivi. Troppo spesso nel calcio italiano ci sono poche persone di calcio, in grado di vantare capacità di competenza tecnica per poter capire la prospettiva di un calciatore. Poi, si punta troppo spesso sugli stranieri. Siamo invasi da calciatori non italiani che, tuttavia, sono giocatori per lo più normali. Di Lorenzo arrivava al Matera dopo che lo trattai al Taranto, poi va alla Reggina sino a raggiungere l’azzurro dopo Empoli. Per dover arrivare a certi livelli ha dovuto vincere campionati e fare 35 partite all’anno di livello altissimo. Non avrebbe potuto sbagliare mezza stagione se avesse voluto raggiungere il calcio che conta. È un mostro, fisicamente una belva. Ha tutte le caratteristiche tecniche e fisiche del calciatore completo, capace di ricoprire tutti i ruoli. Un giocatore che, ormai, rappresenta la completezza di quel che è un professionista. Il Sassuolo fa bene a valorizzare, e valutare, i propri calciatori con cifre importanti. Il problema degli stranieri non è il loro valore, ma la capacità di adeguarsi ad un campionato che, visti i recenti risultati, può dirsi fra i più difficili. Sulla valutazione di Frattesi andrebbe ricordato il percorso di un ragazzo che, scuola Roma, per potersi affermare ha dovuto girovagare tra Monza e Sassuolo. Dopo tre anni svolti in modo ottimale si è guadagnato il trasferimento in un top club. È un prezzo che rispecchia le qualità importanti del giocatore. Quanti giocatori abbiamo visto che, nonostante le cifre altissime, non sono riusciti ad affermarsi? Maxime Lopez si è affermato in Italia, un play di grandissima qualità. Se dovesse presentarsi il Napoli, nonostante sarebbe difficile trovare spazio dietro un Lobotka straordinario, sarebbe colpo davvero importante. Difficoltà nelle offerte dei diritti TV? Perché giocatori di più alto livello vanno via e dunque, che appeal potrebbe avere il calcio italiano? Sotto il punto di vista organizzativo abbiamo delle persone capaci di capire dove sta lo sviluppo, al fine di costruire squadre di un certo tipo. Vantiamo dirigenti che conoscono il modo di far crescere i propri club. Il problema sta nell’affiancare, alle capacità organizzative appena citate, quelle tecniche e qualitative, al fine di strutturare un campionato godibile e competitivo. Se invece lasciamo chi davvero capisce di calcio nei settori giovanili, ai campionati esteri o li boicottiamo rimarremo sempre un calcio che può essere sempre organizzato ma privo di figure tecniche di spessore. Caso Juve perdita di credibilità? Non c’è dubbio. Se il club più rappresentativo della storia del calcio italiano fa quel che ha fatto, è normale che, a livello europeo ed internazionale, si pensi alla ‘solita storia italiana’. È chiaro che i bianconeri costituiscono un punto di riferimento per organizzazione e competitività sportiva, negli anni ha insegnato a far calcio. Tuttavia, ve tenuto ben presente quanto di sbagliato è stato fatto. È importante considerare che il periodo di maggiore splendore tecnico della Juventus, seppur legato a Moggi e a deprecabili evidenze, è un periodo che giovava di figure tecniche di spessore assoluto. Un’organizzazione ed una struttura di competenze che portava il nostro calcio sul tetto del mondo. Dobbiamo ripartire da quel modo di fare calcio, seppur seguendo la strada della legalità. Siamo degli scemi, e dico siamo perché sono di Salerno e tifo Napoli. Salerno è una città splendida, con una grande tifoseria, ma tra le due tifoserie c’è un rapporto stupido. Ci sono persone che coltivano una rivalità inesistente. Tutto dovrebbe limitarsi al sano sfottò, è una battaglia che porto avanti da tempo. Mi auguro, in futuro, che i calciatori della Salernitana possano guardare al Napoli come step successivo della propria carriera, così come gli azzurri guardare ai granata come piazza utile alla crescita dei propri talenti“.

Factory della Comunicazione

Fonte: IlSognoNelCuore.com
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.