In fin dei conti vale un po’ come per il tempo, secondo Luciano De Crescenzo, che va vissuto in larghezza e mai misurato in lunghezza. Nello zigzagare di Kim Minjae, dal suo arrivo all’addio ormai prossimo, s’è percepito il senso di un viaggio infinito, eppure è durato meno di un anno, esattamente 339 giorni, però chi se n’è accorto? È sembrata eterna questa scalata verso la storia, nessuno l’avrebbe sospettato durante una personalissima interpretazione di “Gangnam Style”, il successo coreano ballato e cantato la prima notte azzurra a Castel di Sangro, come se il calcio venisse dopo la vita e quindi dopo i rapporti umani. Kim saluta Napoli da un’estate all’altra, da luglio 2022 a giugno 2023, toccata e fuga, mordi e fuggi, ma sono stati undici mesi intensi e hanno arricchito il calciatore e impreziosito il Napoli.
I numeri esistono per divertirsi e allora, prendendo carta e penna, annotando qualche cifra, segnando un paio di date, si può quantificare il valore di Kim nel suo primo, unico e indimenticabile anno italiano. Kim lascia in eredità questa ricchezza virtuale ma anche concreta perché al Napoli, oltre allo scudetto, che non ha prezzo, consegna una cinquantina di milioni come bomboniera di un matrimonio comunque felice oltre il peso del tempo. È bastato poco per farsi apprezzare, Kim si presentò a Castel di Sangro il giorno dopo l’annuncio con quella voglia matta di ballare e cantare davanti a sconosciuti diventati alleati di un sogno.
Spalletti lo ha definito il miglior centrale al mondo, in campionato se n’è privato appena due volte per scelta (Spezia e Monza) e una per forza (l’ultima con la Samp, per squalifica), avrebbe voluto averlo con sé nella partita più importante, ritorno in Champions col Milan (altra squalifica), per affidargli le chiavi della rimonta. Forse quel giallo di Milano, quell’ira verso Kovacs mal gestita, che andava frenata, resta l’unica macchia di un percorso per il resto senza ombre.
45 presenze, 2 gol, appena qualche leggerezza e ogni volta il bisogno di chiedere scusa (come con l’Udinese), un sorriso genuino, un costante rispetto verso gli altri, quella simpatica disponibilità all’ascolto e poi, volendo, 93mila euro lasciati ogni mattina sulla scrivania del Napoli, una bella cifra che non si guadagna tutti i giorni. O forse sì. Kim-Kim-Kim: quel coro, a ogni pallone e ogni intervento, rimbalza ancora al Maradona.
Fonte: CDS