Castori racconta Giuntoli: “Un fuoriclasse, con lui la Juve tornerà al top”

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“Non mi sorprende che Giuntoli abbia vinto lo scudetto con il Napoli e non mi stupisce che diventi il nuovo dirigente della Juve. Mi è sembrato un fuoriclasse fin dal primo giorno che l’ho conosciuto», racconta Fabrizio Castori, l’allenatore che assieme al manager toscano ha centrato la storica promozione dalla B alla A con il Carpi 2014-15.

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Castori, se ripensa a Giuntoli qual è il primo ricordo?
«Quando mi chiamò a Carpi ci incontrammo a Bologna. Mi disse che la squadra, composta da giovani affamati e semisconosciuti, era adatta alle mie caratteristiche, ideale per il calcio verticale che piace a me. Poi mi fece vedere il video di un giocatore di D che voleva prendere…»
Chi era?
«Cristiano mi disse: E’ così veloce che scompare dal video… Era Kevin Lasagna, poi arrivato a giocare anche in Nazionale. Lui è così, sceglie sempre i giocatori funzionali per il gioco degli allenatori. E’ molto preparato, conosce tutti e ha contatti ovunque. E’ un dirigente che mette il tecnico nelle migliori condizioni di lavorare: lo ha fatto a Carpi con me, ma anche con tecnici diversi come Sarri e Spalletti, che puntano più sul palleggio. Si troverà benissimo pure con Allegri e Max trarrà beneficio dal suo arrivo. La Juventus tornerà al top con Giuntoli».
Sembra sicuro: perché?
«Perché conosco Cristiano e lui non è cambiato dai tempi di Carpi. Parliamo di un professionista che ha fatto la gavetta. E’ umile, intelligente, affabile e non s’accontenta mai. Giuntoli è un predestinato, un fuoriclasse: uno dei migliori d’Europa. Lo avrei visto bene anche in Premier dopo il Napoli».
A quale calciatore paragonerebbe Giuntoli?
«Cristiano era un difensore, ma come dirigente è un uomo squadra alla Platini: aggrega e coinvolge le persone che lavorano con lui e ha grandi intuizioni. A volte mi svegliava all’una di notte per parlare di calcio. Ho solo un rimpianto se penso alla nostra esperienza al Carpi: dopo la promozione in A andò al Napoli, un’opportunità che non poteva rifiutare. Ma se non se ne fosse andato noi saremmo rimasti in A a lungo e il Carpi sarebbe diventato un nuovo Sassuolo”. 

 

Fonte: Gazzetta 

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