La notizia rimbalza da Monaco di Baviera a Parigi e ormai c’è da attendere pochi giorni per l’ufficializzazione: Kim Minjae vestirà la maglia dei campioni di Germania del Bayern Monaco. I tedeschi hanno definito il contratto con il difensore sudcoreano con gli agenti a Lisbona. Ora bisognerà calcolare con esattezza la cifra da versare al Napoli – dovrebbe essere intorno ai 58 milioni – cosa che avverrà nei primi giorni di luglio.
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La triangolazione con Parigi è relativa al fatto che parallelamente il Bayern sta cedendo Lucas Hernandez – fratello di Theo – al Psg e ieri il giocatore francese è stato autorizzato dal suo club ad andare a Parigi per definire l’operazione. Dunque nella triangolazione Napoli-Monaco di Baviera-Parigi, chi più spende come al solito è il club qatariota, mentre il Napoli incassa tanti soldi con una plusvalenza eccellente che gli consente ora di mettersi sul mercato con una certa potenza economica, ma senza alcuna intenzione di spendere cifre astronomiche.
Milite ai saluti Dunque il miglior difensore del campionato italiano se ne va dopo un solo anno ma con uno scudetto e gli applausi dei tifosi napoletani, che avrebbero voluto ancora urlare il grido di battaglia “Kim, Kim, Kim” ma capiscono anche che l’occasione è importante: il sudcoreano prenderà oltre 7 milioni di euro netti, considerato che a Napoli ne ha guadagnato 2,5 ha più che triplicato il suo stipendio. Al tempo stesso il Napoli, che per lui ha speso 18 milioni nel luglio scorso, oggi si ritrova con una plusvalenza reale – al di là degli ammortamenti – di una quarantina di milioni.
Dunque tutti contenti, e per i saluti alla città ci sarà da attendere qualche giorno, anche perché Kim sta svolgendo il servizio di leva e ancora per qualche giorno – per le dure regole militari – non potrà avere contatti con l’esterno se non con i familiari. Chiusa questa incombenza c’è da stare certi che il suo saluto sarà affettuoso, perché Napoli non dimentica la forza da leader e l’umiltà del campione.
Quel pacchetto… Per certi versi questa operazione dimostra come l’impostazione data al club da Aurelio De Laurentiis in questi anni sia stata in definitiva capita dalla piazza, cosa che per esempio non era accaduto un anno fa quando la partenza di Koulibaly, Insigne e Mertens aveva destato solo sconforto e Kim era diventato… un pacchetto di sigarette negli striscioni che servivano per insultare il presidente. Oggi c’è una città ancora in festa per lo scudetto, grata alla società e ai suoi campioni, ma pronta ad applaudirne di nuovi se questo consente di restare competitivi in Italia e il Europa e con i conti in ordine.