Sollitto: “De Ketelaere va aspettato, come fatto con Tonali”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Vincenzo Sollitto, dirigente ed esperto di calcio belga. Di seguito, un estratto:
De Ketelaere giovane da trattenere ed a cui garantire fiducia?
“De Ketelaere è un talento che ha bisogno di tempo, soprattutto perché viene da un campionato meno competitivo e da un ambiente più ovattato. Va ricordato, a tal proposito, che Tonali, nel suo primo anno, non aveva convinto. Il centrocampista ex Brescia dovette ridursi l’ingaggio e indurre il Milan a ritrattare i termini dell’acquisto. È, così, divenuto una bandiera del club, sino a valere 80 milioni di euro negli ultimi giorni. Anche il belga, dunque, andrà aspettato, attendendo che anch’egli esploda definitivamente”
Metterlo nel vivo del gioco con un 4-3-3 potrebbe fargli bene? “E’ il modulo preferito del calciatore belga. Anche se non tutti giocano in quel modo, tale schema costituisce la base di partenza per le squadre belga. Ciò potrebbe consentire ai rossoneri di valorizzare un potenziale evidente per quel che potrà divenire un ottimo giocatore”
Johan Bakayoko un calciatore con un futuro luminoso? “E’ un elemento su cui punterei, seppure sempre in prospettiva futura. È un 2003 che ha bisogno di tempo per maturare, così come Doku. È fondamentale garantirgli il tempo necessario per maturare esperienza e prontezza caratteriale. Parliamo di un esterno che gioca a piede invertito, sempre pericoloso e per questo una tipologia di attaccante su cui, senza dubbio, investirei”
Lukebakio giocatore su cui puntare? “E’ un ‘97, non più un ragazzino. Seppur di qualità è un giocatore su cui punterei per squadre di medio-bassa classifica”
‘I segreti del team manager di una squadra di calcio’ il suo quarto libro. “E’ un manuale dedicato ad una figura molto importante per una società di calcio, seppur spesso sconosciuta o conosciuta in modo parziale. Una figura che lavora dietro le quinte, occupandosi a 360 gradi di quanto si nasconde dietro la macchina degli atleti. Spesso si è detto che si tratta di dirigenti che portano in giro gadget. Non è assolutamente così, c’è molto altro dietro…”