Nel suo editoriale per Tmw Radio Marco Piccari parlando di Garcia scrive:
“Lascia l’uomo della grande vittoria e ai piedi del Vesuvio arrivano 40 cavalieri per prendere il suo posto. Giorni di duelli e confronti anche aspri e alla fine l’imperatore nomina il successore. Il prescelto è francese e arriva dell’Arabia dopo un breve esilio. Di lui nel recente passato si erano perse le tracce, ma inaspettatamente approda a Napoli e convince sua maestà sbaragliando la concorrenza. Ora toccherà a lui guidare gli azzurri la prossima stagione per conquistate nuove vittorie. A Napoli è arrivato Rudi Garcia: il nuovo cavaliere, pardon il nuovo allenatore colui che suona il violino. Lo so è un pò romanzata, ma con Aurelio De Laurentiis fantasia e colpi di scena non possono mancare.
È il suo nuovo film azzurro che andrà in onda alla metà di agosto. Titolo: Un violinista a Napoli. Fondamentale sarà non steccare, la platea è molto esigente. Facendoci seri quello di Rudi Garcia era il nome meno atteso. La scelta più affascinante e di grande impatto sarebbe stata quella di Luis Enrique, gioco e personalità di alto livello ma l’idea si è spenta sin da subito. Troppo distante da ADL. Il vero obiettivo sospettiamo fosse Italiano, un’idea vicina al recente passato che poteva richiamare Spalletti e il primo Sarri, ma il tecnico alla fine ha preferito rimanere a Firenze.
Chissà, magari, la vittoria in Conference poteva cambiare tutto. Gli altri nomi Benitez, Conte, Gasperini e perfino De Zerbi sono sembrate più suggestioni giornalistiche che reali possibilità. Alla fine la corsa si è ridotta a due francesi Galtier e Garcia. Stesse iniziali, stessa squadra in Francia con cui hanno vinto il primo titolo ( il Lille), 4-3-3 come modulo base, ma con una differenza perché Garcia ha già conosciuto la Serie A allenando la Roma dal 2013 al gennaio 2016. Una differenza che potrebbe aver pesato nella scelta finale.
Quella di Rudi Garcia sicuramente non è stata né la seconda e né la terza preferenza di ADL, però tra lui e Galtier potrebbe essere stata la migliore e il campo ci darà le risposte. Una cosa possiamo dirla, Garcia con il Lille e la Roma ha mostrato calcio concreto a tratti propositivo fatto di pressing e verticalizzazioni con il 4-3-3 come modulo di riferimento. Nell’anno del titolo con il Lille, il 4-3-3 fu utilizzato 33 volte su 38 partite totalizzato 4 sconfitte e 18 vittorie. Alla guida della Roma dal 2013 fino a gennaio 2016 per 79 volte è sceso in campo con il 4-3-3 perdendo solo 9 partite e centrando due secondi posti.
Nel Napoli trova in mezzo al campo Lobotka simile al Mavuba che aveva nel Lille e Kvaratskhelia esterno con grande qualità come il suo Hazard. A tutto questo aggiungiamo che Rudi è bravo ad entrare in sintonia con i giocatori e a creare empatia con l’ambiente. Basta ricordare il rapporto con il capitano Totti e la chiesa riportata al centro del villaggio. In comunicazione ci sa fare. Unico dubbio i suoi ultimi anni da allenatore non brillantissimi e poi bisognerà vedere il mercato in uscita del Napoli per capire che tipo di squadra guiderà. Aspettiamo il campo nell’attesa, come dice Stefano Impallomeni durante Maracanà, il faraone De Laurentiis ha colpito ancora con un’altra trovata. Ora tocca a Garcia suonare il violino ai piedi del Vesuvio”.