Antonio Corbo, editorialista de “La Repubblica”, è intervenuto su Radio Marte in Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “Mi sembra giusto aver attribuito la cittadinanza onoraria a Spalletti che ha unito il suo nome ad un momento che ha rallegrato e inorgoglito la città. Se il Napoli ha vinto lo scudetto dopo 33 anni vuol dire che quest’anno ha lavorato bene. Se dopo due anni già allenatore e presidente non si trovano d’accordo significa che nella macchina c’è un po’ di ruggine, delle incrostazioni, che vanno rimosse. Altrimenti non si spiega uno strappo dopo lo scudetto. Io credo che la reazione di Spalletti non sia normale. Credo che nello strappo col presidente, dopo che De Laurentiis ha organizzato così bene l’ultima campagna acquisti, ha bonificato lo spogliatoio, ha sbaraccato quella squadra che aveva dei problemi, qualcosa non ha funzionato. E credo che l’anomalia sia quella di Spalletti che forse non ha retto allo stress della vittoria. Lo scudetto è un grandissimo stress. I rapporti sono usurati senza particolari responsabilità. Quindi è giusto che Spalletti faccia un po’ di riposo ed il presidente scelga un altro. Io credo, invece, che al momento il problema sia l’assenza di Giuntoli perché non credo che sul mercato ci sia un direttore sportivo capace di comprare o scovare giocatori con pari successo e bravura. De Laurentiis ha creato una macchina quasi perfetta che ha vinto lo scudetto ed ha i conti in ordine. Secondo un servizio di un quotidiano, De Laurentiis, e quindi il Napoli, sono in una situazione piuttosto agiata economicamente. Per me significa che il Napoli può lottare anche per il secondo scudetto e per la Champions. Non andrei sul catastrofismo. Quest’anno Spalletti è stato un allenatore formidabile e lo dico perché credo che non abbia un carattere facile; è la sua carriera che ce lo dice. Prenderei un allenatore che nel campionato italiano si è ben comportato. Bisogna creare un rapporto produttivo tra presidente e allenatore. Il presidente c’è ed è insostituibile. Quindi bisogna scegliere un allenatore che sia disposto a lavorare con spirito di collaborazione e di servizio con De Laurentiis. Cioè che faccia l’allenatore senza essere un po’ reattivo o suscettibile. Un bravo allenatore che ami il Napoli, lo porti avanti con competenza, che sappia fare gruppo, e che sia moderno nella preparazione della partita. Bisogna scegliere quindi una tipologia professionale molto importante, in modo oculato, non attraverso i nomi. Sarri non è stato solo l’allenatore dei 91 punti ma anche quello che ha perso lo scudetto e che ha stremato i giocatori. Certo il prestigio professionale di Ancelotti era tale che fece dimenticare subito Sarri. Ma Ancelotti non fu sostenuto adeguatamente perché aveva una squadra ingestibile logorata da invidie ed egoismi ed è stato bravo De Laurentiis a sbaraccarla”