Intervista all’ex Marcello Lippi: “Resti Spalletti, può aprire un grande ciclo”

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Dal suo buon retiro del Marco Polo Sport Center a Viareggio, Marcello Lippi si gode un po’ di padel e un po’ di calcio, perché quello non si tocca. Lo segue sempre con attenzione, al punto tale da non perdersi nulla, per rimanere aggiornato su tutto quello che avviene.

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E allora come ha vissuto la vittoria dello scudetto del Napoli?
«È stato il giusto premio per una grande stagione».
Cosa le è piaciuto del Napoli di Spalletti?
«L’aggressività e il modo di giocare complessivo di questo Napoli. Come aggrediscono l’avversario in maniera sempre utile e poi sono velocissimi nello sviluppare l’azione. Credo che il Napoli sia giustamente diventato il punto di riferimento per chi vuole vincere e allo stesso tempo creare il bel gioco».
Merito di Spalletti?
«Luciano è un toscano come me. Mi piace come persona e come allenatore. Lavora in maniera seria e ha un ottimo modo di fare con le persone che lavorano con lui, in particolare con i giocatori».
A proposito: chi è il protagonista della stagione del Napoli?
«I protagonisti sono tutti. Tutti insieme: i calciatori, l’allenatore, Giuntoli, il presidente, i tifosi. Non c’è una persona con più meriti degli altri».
Ha citato anche De Laurentiis: che idea si è fatto di questo presidente?
«Mi sembra un presidente attento, uno che segue la squadra con attenzione e passione. Poi mi piace come comunicatore».
Ovvero?
«Ogni volta che parla dell’allenatore e della squadra dice sempre cose importanti, utili a dare fiducia. Mi sembra che in questo Napoli ci sia il necessario per costruire qualcosa di importante».
Insomma, si può aprire un ciclo?
«No. Si deve aprire un ciclo. Lo dico perché i presupposti ci sono tutti: dalla volontà del presidente alle capacità dell’allenatore».
Cosa vuol dire questo scudetto del Napoli per il Sud?
«Mi auguro possa essere lo scudetto del rilancio per il Sud, ne avrebbe bisogno».
Lei ha allenato il Napoli del post Maradona centrando una qualificazione alla coppa Uefa in una stagione difficile tra stipendi non pagati e tanti problemi.
«Eppure di Napoli ho un ricordo bellissimo. Vivevo alla Gaiola che è un posto fantastico, proprio a due passi dal mare e io sono innamorato del mare. Poi la squadra era buona e non avevamo ambizioni. Centrammo la qualificazione alla coppa Uefa nonostante quei problemi che erano importanti. Anche per questo la ricordo come un’annata molto bella. Poi sono partito per altre mete, ma Napoli è stato il mio trampolino di lancio».
Ha vissuto Napoli, che effetto le hanno fatto le grandi feste per lo scudetto?
«Beh, non mi stupisco, A Napoli si festeggia. È sempre stato un posto di grande passione, che vive ogni evento con grandissimo entusiasmo».
E invece da ex allenatore di Gilardino e Grosso come ha vissuto le loro promozioni in serie A alla guida di Genoa e Frosinone?
«È stata una grande soddisfazione. Li ho sentiti subito dopo il traguardo centrato per fare i complimenti. Sono due ragazzi che hanno fatto parte di una squadra eccezionale, arrivata a qualcosa di indimenticabile».
Lei che consigli ha dato ai suoi ex giocatori che ora fanno gli allenatori?
«Mi limito a dire sempre la stessa cosa: di essere quelli che ho conosciuto. Mi sembra che lo stiano facendo: per questo i loro successi non mi stupiscono».
Lei ora si è aperto anche a una nuova frontiera, quella degli Nft: di cosa si tratta?
«FANast RFT è un progetto Nft che avvicina gli appassionati ai calciatori. Basta acquistare un Nft per premi, estrazioni settimanali e restare sempre connessi con grandi campioni come Ribery, Chiellini, Spinazzola. È anche una via per la solidarietà: parte del ricavato andrà alla onlus “Insuperabili” che opera con i diversamente abili grazie allo sport».

 

Fonte: Il Mattino

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