U. Chiariello, giornalista: “Si può ripartire, ma non tutto da zero. ADL fermati con i festeggiamenti”

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A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “Terminate le semifinali, 3 italiane in finale, una per competizione: non è mai accaduto, ma limitatamente a quando c’è stata la riforma e sono nate Champions ed Europa League. Quando c’erano Coppa UEFA e Coppa delle Coppe, fino all’alba dei ’90, in finale si arrivava spesso e volentieri. Da quando sono state istituite Champions, Europa e ora Conference, l’Italia non aveva mai portato in finale più di una squadra nelle competizioni europee. Adesso c’è l’Inter che l’ultima volta l’ha vista nel 2010, Mourinho che porta clamorosamente per il secondo anno di seguito la Roma in una finale di competizione europea e la Fiorentina che arriva in finale di Conference League sbancando in casa del Basilea. Chi ha toppato? L’indiziato era chiaro. Pur avendo una squadra che, come rosa, è tre volte più forte del Siviglia, pur non avendo fatto la peggior partita della stagione è andata fuori la Juventus. La Juventus è fuori da tutto. La Juventus non c’è, è da rifondare. Se ripartono da Allegri per motivi economici sono folli, dopo aver fatto una stagione fallimentare. Il Napoli, a tutte queste finaliste, ha dato tanti punti di vantaggio, ma è proprio a Napoli che è partita la schizofrenia. Spalletti pare voglia andare via, Kim pare stia trovando accordi con il Manchester United, Osimhen chi lo sa, Giuntoli è praticamente già via, Meret è dato per partente, smantelliamo tutto? Azzeriamo un progetto vincente? Vediamo le avversarie. L’Inter squadra vecchia, può fare un miracolo col City, ma non ha soldi e perde Skriniar a parametro 0, Lukaku costa troppo; il Milan ha fatto la peggiore campagna acquisti, Maldini e Massara rischiano il posto, Pioli on fire pure; Mourinho potrebbe salutare, alzare una coppa col Siviglia è complicatissimo; la Lazio sta per perdere un pezzo pregiato come Milinkovic-Savic; l’Atalanta si è ridimensionata. Il Napoli potrebbe aprire un ciclo, ma a patto che si trovi un nucleo: presidente, direttore sportivo e allenatore. Se va via il direttore sportivo, ancora ancora, ma sento parlare di Benitez, De Zerbi, non riesco ad immaginare un Napoli che si smantella e riparte. È vero che De Laurentiis può ripartire, ma una cosa è proseguire su un binario ben delineato, un’altra è ripartire da zero. Tanti rumors insieme sono preoccupanti, ma per il momento fingo di non sentire, di non sapere, attendo e aspetto, perché l’anno scorso si è parlato troppo e si è capito successivamente che si è operato benissimo. Adesso sembra esserci catastrofismo puro, ma attendo, di certo la piega che leggo il Napoli sta prendendo non mi piace, comincio a preoccuparmi seriamente. De Laurentiis fermati con i festeggiamenti, torna ad essere lucido: via i personalismi, l’orgoglio, bisogna operare insieme, condividere obiettivi, strategia e mission. Ognuno faccia la sua parte: se questo è, il Napoli davvero apre un ciclo, ma che non si sfasci tutto, significherebbe azzerare un vantaggio importantissimo”.

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Fonte: Radio Napoli Centrale

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