CdS Campania – “SPALLETTI SI ALLONTANA”. Lucio irritato per il rinnovo via pec

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È un puzzle e va completato attraverso pezzi mancati: stamane ce n’è un altro, sarò un caso o forse no, però un anno dopo, Luciano Spalletti non parteciperà alla presentazione del ritiro di Dimaro-Fo l garida. Castel Volturno è casa sua, non è mica un modo di dire, ha scelto di abitarci, si è attrezzato una stanzetta da settembre, ci ha trascorso questi otto mesi immergendosi completamente nel lavoro, ha affrontato l’insonnia standosene davanti ad un video, studiando gli avversari, trasformando quelle pareti del laboratorio i n un capolavoro: volendo, potrebbe arrivarci in ciabatte, però nell’invito ufficiale di lui non c’è traccia. C’è Aurelio De Laurentiis, ovviamente; e ci sono gli amici di sempre, ormai sono dodici anni che il Napoli va in Val di Sole, c’è l’assessore al turismo regionale, Roberto Failoni; c’è il sindaco – Andrea Lazzaroni – di quelle due comunità che una volta, quando nacque questo sodalizio, erano ancora separate e adesso si sono fuse; ci sono Maurizio Rossini, il Ceo di Trentino Marketing, e Luciano Rizzi, il presidente dell’Apt, e c’è un ombra che poi si allunga sulla mattinata.

 

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R ESTA O NO. C’è il sospetto che Luciano Spalletti sia più lontano dal Napoli, altrimenti sarebbe stato facile, anche agevole, persino naturale per il Napoli sbilanciarsi e togliere il velo su quello che venerdì sera si sono detti a tavola l ’ allenatore e De Laurentiis, in presenza dell’ad Chiavelli e del dirigente Sinicropi. E però adesso tutto ciò che rimane è un collage di frasi che appartengono alla memoria degli archivi e spingono a tradurre (o anche a interpretare) ciò ch’è stato detto e quello che non si dice. Luciano Spalletti ha lasciato che fosse la società a sbilanciarsi, illustrando i temi della chiacchierata o anche la sintesi, se si preferisce il riassunto che l’allenatore ha recintato nella propria riservatezza: «Sono stati fatti passi corretti in questi due anni. Sono contento dei discorsi affrontati, ho riferito ciò che volevo, ma è giusto che i dettagli li esponga il club, quando lo riterrà opportuno. Io posso solo continuare e finire nel modo migliore il lavoro. E comunque, per il Napoli c’è un futuro brillante». L’interrogativo – banale ma centrale, determinante – rimane a danzare nell’aria o nell’orizzonte adesso cupo: ma Spalletti rimane o no?

COINCIDENZE. In questo campionato che c’è ancora da giocare per uno scudetto che va di nuovo festeggiato – tra domenica con l’Inter, pomeriggio da tutto esaurito, e poi l’ultima interna con la Sampdoria – resta adesso il mistero intorno al destino di Luciano Spalletti . A d una conferma che di fatto viene sancit a con la posta elettronica certificata nella quale il contratto viene prolungato sino al 2024 . È una volontà che sembra minata dalle riflessioni ispirate proprio dalle modalità con cui il Napoli ha deciso di procedere con l’opzione, una prova di forza priva di contenuto romantico. Se ancora avranno qualcosa su cui confrontarsi, se non è bastato l’appuntamento di venerdì scorso, se esistano ancora margini per accomodarsi e ritrovare una affinità o anche un’armonia evaporata, se c’è spazio per rivedersi per progettare assieme, potrà intuirsi plasticamente stamattina o più in là. Ma quante cose sono cambiate rispetto a maggio 2022, al la presentazione dell’ultimo ritiro , quando Adl annunciò che «avrebbero provato a portare lo scudetto a Napoli» e Spalletti, con una smorfia, prese atto del desiderio e del sogno: «E qualcuno ha fatto allusioni, sostenendo che io non ci credevo. Mentre io di questo Napoli sono stato sempre innamorato e ho ripetutamente ribadito che mi piaceva la sua qualità». Però, un anno dopo, Spalletti non ci sarà: le coincidenze – come avrebbe scritto Zafon – sono le cicatrici del destino. E in copertina, c’è un uomo solo in questa nebbia.

 

Fonte: CdS

 

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