A Marsala sbarcarono in mille. Erano quelli di Giuseppe Garibaldi. Indossavano una camicia rossa e marciavano con l’intento di «fare l’Italia». A Napoli, invece, ne sono arrivati il doppio (duemila) da settembre a oggi. Solitamente all’andata vestono di bianco (con inserti rossi), mentre al ritorno vestono di azzurro. A capo della loro carovana c’è Mariam Dartsmelia e il loro obiettivo è quello di sostenere un connazionale di 22 anni: Khvicha Kvaratskhelia. I duemila in questione sono i cittadini georgiani che ogni 15 giorni sbarcano su un volo che parte da Tblisi con destinazione Capodichino. All’inizio erano in pochi, poi la «Kvaramania» in Georgia è diventata dilagante.
E così a Mariam Dartsmelia, general manager della Crocoairways è venuta l’idea di creare un’organizzazione che si occupasse di tutto: dal viaggio all’alloggio, passando per i biglietti delle gare al Maradona fino a delle vere e proprie gite turistiche fuori porta. «Abbiamo creato un’organizzazione ad hoc per seguire e sostenere Kvara e il Napoli», racconta. «Ma non siamo veri e proprio tour operator. La nostra è una organizzazione no profit con la quale ci limitiamo a rientrare nei costi che non sono poi bassissimi». Un viaggio in media può costare fino a 3599 lari georgiani, ovvero più di 1300 euro. «Ma siccome vogliamo consentire a tutti di poter vivere questa esperienza, alcuni pacchetti li regaliamo a chi non può permetterselo tramite concorsi a premi e lotterie». Insomma, nessuno vuole perdersi una partita dal vivo di Kvara.
IL FENOMENO
«È iniziato tutto per caso, o quasi. Poi c’è stato il passaparola. E ora per aggiudicarsi un posto con noi bisogna prenotarsi con settimane di anticipo». Ci sono tifosi che sono già al quarto o quinto viaggio per Napoli dall’inizio della stagione. Perché il pacchetto comprende anche la certezza di un biglietto al Maradona. «Ma il nostro non è un tour solo per vedere la partita», specifica Mariam. «Ci piace creare unione tra noi e con Kvara. Per questo invitiamo dei cantanti georgiani che partita dopo partita hanno anche imparato i cori napoletani. Praticamente nei transfer non si fa altro che cantare: canzoni nostre e canzoni vostre». Insomma, una festa a tutti gli effetti. «Allo stadio, poi, abbiamo sempre gli stessi posti e i nostri vicini di stadio oramai ci considerano parte delle loro stesse comitive. La gente ci incontra per strada e ci chiede di fare le foto con loro». Ogni volo può contenere circa 200 ospiti, e dall’inizio della stagione il totale dei georgiani arrivati a Napoli ha raggiunto quota duemila.
NOI E KVARA
«Io personalmente non ho mai incontrato Kvara», racconta Mariam. «Ma molti dei nostri ospiti ce l’hanno fatta. È la nostra star. E in realtà a noi basta che lui sappia dove siamo allo stadio. Non vogliamo essere invadenti. Preferiamo lasciarlo sereno e tranquillo. Prima delle partite distribuiamo le bandiere della Georgia così possiamo fornire un bel colpo d’occhio: a Kvara basta alzare lo sguardo verso la tribuna e sa che ci siamo, che siamo lì per lui». Per questo popolo il boom di Kvara è stato un qualcosa di inatteso. «La Georgia è un piccolo paese che sta avendo grande notorietà grazie a lui che per altro non perde mai occasione per ricambiare la sua gratitudine e il suo orgoglio di essere georgiano. È un simbolo in tutto. Non vive più a Tblisi, ma segue tutto quello che avviene nel suo paese. Ama la sua gente più di quanto noi amiamo lui. È incredibile». E ora i napoletani hanno imparato a conoscere il mondo georgiano.
«A Napoli i georgiani si sentono a casa, perché siamo molto simili ai napoletani. Innanzitutto ci piace molto il cibo. Insomma, per noi è stato facile ambientarsi. Ci piace molto l’entusiasmo dei napoletani, specialmente quello che ci mettono durante le partite. Personalmente posso dire che Napoli è oramai la mia seconda casa». Conclude Mariam che si prepara agli ultimi due viaggi della stagione per la partita contro l’Inter e la grande festa dell’ultima di campionato al Maradona contro la Sampdoria.