Il murale di Maradona batte scavi e musei, visitato da decine di migliaia di turisti

Visite guidate tra i vicoli: «Tutti vogliono venire qui, è diventato più famoso del lungomare e del Cristo Velato»

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Il “sacro” è così: tanto vero quanto spontaneo, tanto autentico quanto incontrollabile. «Il murale di Maradona è diventato più famoso del Cristo Velato – sorride Andrea Cau, ingegnere sardo di 38 anni – Il santuario di D10s ai Quartieri Spagnoli è stato la prima tappa della mia vacanza napoletana, anche se tifo per il Cagliari. Sono stato felicissimo di aver preso parte alla festa scudetto. Pensi, avevo pianificato il viaggio proprio per questo». Tutta Napoli, al momento, è un tripudio di cori e corni azzurri. Ma qui in via Emanuele De Deo c’è la nuova mecca del turismo partenopeo. Cifre record, per il pellegrinaggio al santuario del Pibe de Oro, la cui “effigie” fu disegnata ai Quartieri Spagnoli dopo il secondo tricolore azzurro, nel 1990.

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L’aria si fa un po’ più rarefatta, man mano che ci si avvicina al murale. Come se stesse per succedere qualcosa. Come quando ci si avvicina a un’opera d’arte famosa nella sala di un museo. «Non sapevo dove fosse di preciso il murale – continua Cau – ma lo sentivo: man mano che mi avvicinavo crescevano l’emozione e l’aria di festa. Mi è subito parso un posto sacro, per così dire. E quando mi sono trovato l’immagine di Maradona alla mia sinistra mi è venuta la pelle d’oca». Migliaia di turisti, intorno a lui, vivono le stesse emozioni. «Questo posto è il mio museo napoletano preferito», chiosa Nicola Troiano, romano col cuore azzurro.

 

Tante anche le star in pellegrinaggio. Ieri, per esempio, è arrivato a Largo Maradona anche il presidente degli scudetti maradoniani Corrado Ferlaino, acclamato come una star dai tanti tifosi, presenti anche ieri, al grido di «Presidente, c’è solo un presidente». Da Mou a Mertens, da Ilary Blasi a Bruno Conti. Sono tantissime le star del mondo calcistico e non calcistico arrivate qui al murale. E sono decine i ristoranti e le attività commerciali nate intorno al santuario del Pibe. Maradona, che qui è raffigurato anche con la mitra di San Gennaro, da queste parti non dice mai di no – per citare il grande Marotta. E ha generato un indotto monstre, di cui sta beneficiando tutta la zona.

È a tutti gli effetti la nuova Montmartre napoletana. Visto il flusso gigante di turisti e tifosi da ogni fetta di mondo, il Comune e Anm hanno da poco riaperto anche l’uscita secondaria della metro di Toledo, che dalla banchina della linea 1 spunta diretta su piazzetta Montecalvario. Si è anche provato a imbastire un percorso pedonale consigliato, ma la ragnatela dei vicoli è fitta, e il controllo degli accessi complesso.

Traducendo in numeri l’enorme flusso del pellegrinaggio maradoniano, ne vengono fuori cifre record, da far impallidire i musei più importanti d’Italia. «Arrivano almeno 70mila persone al mese», sorride Annabella Errichiello, giovane social media manager de La Bodega de D10s, il bar nei pressi dell’area, ex parcheggio, che tutti conoscono ormai col nome di Largo Maradona. «Solo nel giorno di Pasqua – continua Annabella – abbiamo contato circa 30mila visite».

 

Cifre non lontane da quelle degli scavi di Pompei, insomma, che il 25 aprile è stato il sito culturale più visitato d’Italia con 27587 ingressi. La settimana prossima, il santuario sarà arricchito da un nuovo simbolo: dalla Calabria arriverà una scultura di 4 metri, donata da un imprenditore. Il soggetto scolpito, ovviamente, è Diego Armando Maradona. La vittoria di Messi e compagni alla fine del ‘22. Poi il trionfo azzurro. Due traguardi che hanno reso più affollato Largo Maradona. Che hanno reso un po’ più sacro un luogo che lo era già, specialmente a partire dalla morte di Diego. Agustin Caro è uno dei tanti argentini che approdano commossi al cospetto di D10s. «Maradona ha fatto vincere il mondiale all’Argentina e lo scudetto al Napoli – sospira – ha vegliato da lassù sulle sue squadre del cuore».

 

Fonte: Il Mattino

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