Il racconto della gioia da Il Corriere dello Sport – La gente di Napoli lo capisce, lo sente e corre a perdifiato all’ aeroporto. Sul bus della gloria: Osi è indiavolato, Kvara estasiato, Kim impietrito. La lunga notte è cominciata. Manca ancora un pizzico, ma la storia è scritta. Punto. Jack ha colpito la Juve con il sinistro, il piede de D1OS. E sebbene la copertina gli appartenga di diritto è uno di quelli che guardano la gente a bocca aperta dietro i vetri, dalle ultime file del pullman azzurro: benedetto, riservato ragazzo. A Capodichino alle 2 saranno almeno diecimila. I tifosi, organizzati e non, cantano e brillano i fuochi nel cielo, sventolano sciarpe e bandiere, suonano trombe e tamburi. Alle 2.45, dopo le operazioni di sbarco e un primo applauso del personale di terra dell ’ aeroporto, il bus della squadra comincia la marcia trionfale: i giocatori sono quasi tutti a bordo – tranne Ostigard, Rrahmani, Bereszynski e gli infortunati Rui, Politano e Simeone – però manca il maestro. Spalletti. Il signor Luciano: lui è andato a Milano, dalla sua famiglia, direttamente da Torino. Peccato, davvero: avrebbe meritato l ’ ovazione, ma si rifarà presto con la leggenda. La festa è intensa, splendida, ordinata. La frenesia a bordo, invece, cresce e fanno tutti avanti e indietro: Osimhen, Kvaratskhelia, Lozano, Juan Jesus, Olivera, Di Lorenzo, Raspadori, Anguissa, Lobotka, Zielinski. Kim, invece, conserva un’invidiabile compostezza orientale: sorride e saluta, ma non si muove. Quando il tetto del bus si apre e dal nulla sbuca Osi è l’apoteosi. Canta Victor, salta, fa festa con la gente e chiama tutti gli altri; Kvara si mette un cappello texano e spara foto e selfie ricordo; il capitano sventola un bandiera, Elmas salta e gli altri con lui. Qualcuno piange, tanti ridono, tutti godono. Per un ’ ora: alle 3.20, o giù di lì, il bus imbocca la tangenziale in direzione Castel Volturno. Dove alle 4.20 sono in cinquecento ad attendere i futuri campioni all’esterno del centro sportivo: abbracci, baci, buonanotte. Il sogno questa volta è realtà: venerdì il Napoli dormirà in città e sabato giocherà al Maradona con la Salernitana, non ci sono hotel e non c ’ è pericolo. Ci pensa Diego: lo scudetto, per qualche giorno, resta con lui. E nessuno lo può toccare.