L’edizione odierna del Corriere dello Sport aggiorna sulle condizioni di Victor Osimhen:
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Del domani v’è certezza: e al «100 per 100». Perché quando Napoli-Milan sta sorgendo di nuovo, all’alba d’una vigilia lunghissima che sembra fatta per divorare, Victor Osimhen esce dall’infermeria, abbandona la palestra, sfila oltre la terapia e si presenta in campo con il Napoli: in cinque giorni, a partire da ieri, ne possono succedere di cose belle, e la prima, che Spalletti aveva annunciato, è in quella foto che racchiude un momento di felicità perduta.
La sua Milan-Napoli, un’ora e mezza di tormenti, l’ha vissuta in poltrona; la sua Napoli-Milan, vuole assaporarla per intero, gustarsela, orientarla, affinché il sogno diventi realtà e Osimhen ritrovi se stesso. Per ora, non è semplicemente una speranza ma già qualcosa in più, perché dopo due settimane, buttando nel cestino la prudenza, sembra esserci un domani «al cento per cento» che significa poterci essere martedì e forse anche prima, magari domani, contro il Verona, per annusare l’aria del campo e se tira buon vento pure per scaldarsi un pochino, una decina di minuti.
IL PIANO. I muscoli di quel fisico imponente stanno dando risposte convincenti e pure rassicuranti, si è capito dando un’occhiata alle espressioni e poi calcolando il tempo che Osimhen si è concesso assieme ai suoi compagni di squadra e pure con i tifosi che l’aspettavano sull’uscio di Castel Volturno: un sorriso largo, la voglia di firmare autografi (che non è mai mancata, neanche durante queste settimane di sofferenza) e la consapevolezza che la seduta in gruppo e nell’individuale è stata sufficiente per ritrovarsi ottimista.
E SE. Poi, se le cose dovessero girare come Osimhen vuole e Spalletti crede, ci sta pure Napoli-Verona che può tornare utile per riappropriarsi dei propri spazi e calarsi in questa ritrovata dimensione che gli appartiene. L’obiettivo, chiaramente, è la Champions League; ma un assaggino ci potrebbe scappare, a volte è utile per leggersi dentro, per garantirsi una serenità assoluta, per chiacchierare con se stesso, con il corpo; o anche per dimenticare tutto quello che è accaduto in questo brevissimo periodo finito ormai alle spalle. C’è voluta pazienza a tener buono Osimhen, che avrebbe fatto di tutto per esserci a Milano, e che non si sarebbe fermato, se lo staff medico, al rientro della Nazionale, non si fosse insospettito dinnanzi all’adduttore della coscia sinistra. In fn dei conto, ha saltato tre partite, il Milan in campionato, la trasferta di Lecce e poi l’andata del quarto di finale di Champions. Succede nel calcio 3.0, con il calendario intasato.
LE VOCI. L’uomo del giorno, di tutti i giorni, resta Osimhen, un titolo in prima sempre e ovunque e in Germania, in questi giorni, echi di Bayern, di Tuchel, di un affare da (oltre) cento milioni di euro che viene sussurrato – si fa per dire – in una Bundesliga che già conosce, c’è stato dentro per un bel po’, ma che resta distante. Perché adesso non c’è mercato che tenga, né trattative da allacciare, né distrazioni nelle quali perdersi: ora il tarlo è Napoli-Milan, una rimonta da tentare, uno scatto verso l’infinito e la Storia da raccontare. Non è mica facile, non è neppure impossibile, però il Napoli sa che con Osimhen la probabilità aumentano, che ci sarà – ci sarebbe – un attaccante famelico in quesi sedici metri: e manca ancora un po’ al fischio d’inizio, anche se ormai è da San Siro che si ha la percezione d’essere arrivati al dunque. Parola di Spalletti: «Ci sarà al cento per cento».