Lecce-Napoli, azzurri cinici e fortunati: le pagelle de Il Mattino

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Spietati e baciati dalla dea fortuna: così si uccidono i campionati. Magari un Napoli stranamente poco robusto ma conquista altri tre punti al termine di una partita aggressiva con il contagocce. Cattivo e fortunato, non c’è nulla di male. Eppure nessuno, vedendo il Napoli vincere anche a Lecce, può dire che sia stata una rapina. Un’ingiustizia magari sì, ma la giustizia è un concetto magnifico quanto astratto. E quasi mai tiene conto delle circostanze, del caso, del destino.

 

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Delude ancora a centrocampo la squadra azzurra e c’è poco da fare: senza Osimhen è proprio un altro Napoli. Male Raspadori, ma poco brillanti lo sono in tanti. Si fatica a inseguire il Lecce che recupera palle e va ripartenza. Il gol preso è da schiaffi, Lobotka tentenna. L’autogol è manna dal cielo. Il calcio è come la vita.

SPALLETTI 6,5
Mancava una vittoria di questo tipo: abituati a dominare da tutte le parti del pianeta Terra, stavolta spesso subisce e prende schiaffi. Calo fisico? Può darsi, ma può far parte dei momenti. Il 4-3-3 va in tilt quando Lobotka viene pressato e quando Anguissa non riesce a sostituirsi. Ma la squadra reagisce e poi regge l’urto finale. Ci si attende sempre cose straordinarie, va bene anche così.

MERET 6,5 
Che prodezza su Maleh (8′) proprio all’alba della partita, poi preso il gol il Lecce si smarrisce e perde molto vigore. Oudin lo grazia e sul tiro di Di Francesco non può nulla

DI LORENZO 6,5
Non parte con continuità nei primi minuti, lasciando a Lozano il corridoio profondo, preoccupandosi del guizzante Di Francesco. Si fa trovare, però, prontissimo sul tocco di Kim a stoccare di testa con forza alle spalle di Falcone. Decisivo, perché la situazione non era proprio entusiasmante. Sedicesimo gol di testa degli azzurri. Salva in scivolata da una situazione urticante.

KIM 6
Sbanda più di una volta, la più clamorosa quando gli spinta da dietro Oudin che meno male neppure riesce a calciare. Bel duello con Umtiti sulle palle inattive. Torna quello di sempre dopo la serataccia contro il Milan e ha anche la visione dell’area per poggiarla sulla testa di Di Lorenzo per il vantaggio azzurro. Vigile, legge le situazioni con ingegno, e cancellare la profondità al Lecce con provvidenziali interventi. Vede Oudin spuntargli da dietro, che disattenzione.

RRHAMANI 6
Nei mischioni selvaggi pure qualche volta si lascia surclassare. Però è il più reattivo.  Deve coprire su Ceesay quando la palla gira in avanti, deve prendere Baschirotto quando ci sono le palle inattive. Dopo qualche istante complesso, riesce ad ordinare i ranghi e mettere a disagio la punta dei salentini

MARIO RUI 6
Oudin e Gendrey spingono in alternanza ma anche il portoghese appena può mostra i suoi artigli e affonda. Pochi problemi su Oudin in avvio di gara. Chiude le diagonali sempre con il giusto tempismo, tagliando fuori gli avversari e ripartendo

ANGUISSA 5
Fa fatica a trovare spunti e superiorità. Nel duello con Maleh per il possesso di ampie porzioni di centrocampo fa fatica quasi sempre. Poco cattivo nelle due fasi nella prima parte di gara: pochi tackle affondati, quasi una timidezza inattesa. Manca un bel po’ della vecchia lucidità

LOBOTKA 5
Poco reattivo nel rinvio del gol di Di Francesco, una esitazione fatale e inedita. Hjulmand e Ceesay lo prendono nella tradizione tenaglia, con Gonzales a chiudere il cerchio e quindi gli capita spesso di cedere la posizione a Elmas. Trova le misure per tornare a strappare palloni e far ripartire il Napoli. Regala spesso l’appoggio al compagno e guida le rotazioni nei tre di centrocampo

ELMAS 5,5
Gonzalez gli impedisce di fare quello che pure gli toccherebbe fare, ovvero provare a a palleggiare al posto di Lobotka. Piuttosto molle quando la palla ce l’hanno i leccesi anche perché Gonzalez cerca di non lasciargli mai la possibilità di guardare il campo aperto: un duello che lo limita ma che almeno non gli impedisce di chiudere gli spazi in fase di non possesso. Dopo il 2-1 si sposta nel tridente,

LOZANO 5,5
Doppia marcatura con Di Francesco e Gallo che provano ad ingabbiarlo. Qualche guizzo importante c’è, ma ci sono anche le ripartenze che consente agli altri. Non riesce a rendersi pericoloso fino a poco dopo la mezz’ora, quando impegna Falcone. Parte lento

RASPADORI 5,5
Baschirotto e Umtiti non sono proprio il massimo della vita per uno che torna a rivedere le stelle dopo quasi 50 giorni di stop. Baschirotto gli monta una guardia complessa in area e Umtiti lo segue spezzando la linea, l’attaccante si impegna per aprire spazi importanti, anche se qualche errore nell’ultimo passaggio (come alla mezz’ora per Kvara) è pesante

KVARATSKHELIA 6
Gendrey ha sempre il supporto di Oudin quando il georgiano prende palla. Conta poco: il pallone non lo perde, praticamente, mai: ovvio, ci si attende magie eclatanti che non ci sono ma trova sempre lo spazio o la capacità di alimentare la manovra. Lo segue sempre. Ultimi minuti in campo da prima punta.

SIMEONE sv
Serve uno che non vada sempre incontro alla palla e lui, per certi versi, somiglia più a Osimhen. Umtiti  si piazza assai più vicino, se deve usare il corpo lo fa. Assai più utile alla causa: tiene palla, fa saliere i compagni.  Coraggiosamente, resiste prima di farsi sostituire. Poi deve alzare bandiera bianca

NDOMBELE 5
Helgason dopo pochi minuti entra per fronteggiarlo e il Lecce lo prende di mira perché è su di lui che vanno in pressione. Rimedia un giallo, sarà squalificato perché era in diffida.

POLITANO sv
Va subito a disposizione di Di Lorenzo: serve aiutarlo sulla spinta a sinistra che nel finale diventa molto più consistente. Quasi un difensore

ZERBIN sv
Due minuti. Per fargli marcare il cartellino, aumentare il numero delle presenze. La battaglia è ancora nel vivo, con Falcone che si lancia in area cercando il gol dell’epica. Lui è là nel mezzo, probabilmente anche smarrito. Non è semplice, ma è una scelta particolare quella di Spalletti. Pochi istanti ma intensi.

OLIVERA sv
Servono i suoi centimetri per gli ultimi secondi di assalto del Lecce. Il terzino rivede il campo dopo i problemi della scorsa settimana. Ora se quella del 93’ è una staffetta simbolo anche in vista di San Siro lo capiremo presto. L’impressione è che ci sarà un avvicendamento. Ma è presto.

 

Fonte: Il Mattino

 

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