Stadi e fondi arabi: De Laurentiis al Sole 24ore: “Non venderò mai il mio Napoli”

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(ieri all’Assolombarda, al «Merger & Acquisition Summit del Sole 24 Ore e 4cLegal») c’è sempre un Aurelio De Laurentiis che parla.

 

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Capitolo 4, gli stadi:

«Devono dare redditività se aperti 365 giorni l’anno, non per 20 partite. Siamo indietro anni luce rispetto a Inghilterra e altre nazioni. Ma il problema degli stadi, dispiace doverlo dire, è che siamo il Paese in qualche modo più bello del mondo e poi siamo quello più violento con mafia, ‘ndrangheta e camorra. Questo non aiuta».

Capitolo 5, gli stadi-bis, però visti da un’altra ottica, stavolta invitante, una forma di ottimismo. «I Comuni che non mettono soldi negli stadi da anni dovrebbero cederli a un euro dando anche le autorizzazioni».

Capitolo 6, il sindaco di Firenze, Nardella, già vittima in passato di Adl: «Il sindaco di Firenze è nemico del calcio italiano, mi meraviglio perchè è di origini napoletane. Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso mi dice che gli impediscono di fare tutto quello che vorrebbe fare».

Capitolo 7: la violenza, quella ricomparsa domenica a Napoli e «da sanare eliminando la frangia delinquenziale con un decreto legge di cui parlerò in giornata con il Ministro Piantedosi».

 Capitolo 8, il Napoli che non si tocca, anzi, nonostante arabi o sceicchi o chissà chi: «In Champions un padre ed un figlio possono avere due squadre, in Italia no. Quando un anno fa mi hanno offerto 2,5 miliardi e mezzo per il Napoli mi sono chiesto: mi servono? Il Napoli è un giocattolo della famiglia De Laurentiis, non vedo motivi per cederlo fin quando non ci stancheremo». Capitolo 9, il Bari, che invece «va venduto fin quando non cambiamo la legge».

Fonte: Cds

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