Il Napoli in Europa è stato superiore al Milan e resta favorito, così la pensa Michele Plastino

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Michele Plastino, dirigente e opinionista, è intervenuto a Radio Marte nel corso di “Forza Napoli Sempre” condotto da Gianluca Gifuni.

 

«Secondo me non ci sono particolari problemi dopo il ko con il Milan. Il problema è la vita. Capita. Uno stop può capitare. Forse in questa partita è scattato qualcosa che noi non sappiamo ma di cui poi ne avrà parlato o ne parlerà Spalletti. Sono convinto, comunque, che sia un episodio su cui ricominciare. Forse anche utile per la Champions. Io non credo che il Napoli abbia la testa solo alla Champions. Spalletti è molto attento a questi aspetti. È chiaro che quando hai quasi certamente conquistato il campionato, considerando tutte le scaramanzie, puoi permetterti di guardare un pochino di più dall’altra parte, cioè alla Champions. È umano. Per me il favorito in Champions tra Napoli e Milan rimane il primo perché ha dimostrato superiorità anche in Europa. I rossoneri sono stati bravi perché hanno abdicato allo scudetto e lo hanno fatto in maniera molto dignitosa verso chi lo vincerà.  Non credo ad un piano A o B. Credo che Spalletti ad ogni partita fa l’addestramento della squadra e su quello che lui pensa possa essere l’atteggiamento degli avversari per opporsi a lui. Forse Spalletti ha pensato ad un Milan diverso, mettendo il Napoli in condizione di poter reagire ad eventuali strategie rossonere. Questa volta forse Pioli ha fatto un ragionamento in più. Se per caso il Milan continuerà ad aggredire le fonti di gioco, Spalletti studierà un’alternativa a Lobotka,

lobotka e Spalletti

magari facendolo tornare indietro e facendogli fare la sponda; farà muovere altre situazioni. E tutto questo lo starà provando in allenamento. La questione tifo? Purtroppo ho esperienza di rapporti tra gruppi organizzati del tifo e società. Avendo denunciato determinate situazioni sono andato allo stadio scortato, hanno tirato una bomba in televisione e quindi ne ho subite di cose. E la cosa che mi addolorava di più era un silenzio generale. Frutto anche di paura, non solo della gente alo stadio, ma pure di colleghi. E questo mi faceva ancora più male perché quello poi è complicità. In questo caso, caro biglietti e impossibilità di portare striscioni o bandiere, è tutto e solo legato alla passione. L’unica soluzione sarebbe quella di applicare il buon senso da una parte e dall’altra. Fermo restando l’isolamento dei delinquenti. Siccome la carriera imprenditoriale di De Laurentiis dimostra che ha buon senso e saper vivere ne ha in abbondanza, allora mi affido a lui».

 

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