L’intervista a Gennaro Esposito: “Tutti intorno ad un tavolo per una soluzione”

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Un post pieno d’amore. Salvatore Esposito, il Genny di Gomorra, ha lanciato il suo appello per ricucire lo strappo tra tifosi e società.

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Esposito, ma che cosa sta succedendo? «Stiamo vivendo una delle annate più belle di sempre. Per il calcio e per la città, che ogni giorno conta tantissimi turisti. E nel momento più bello, anni di incomprensioni tra la tifoseria organizzata e il presidente De Laurentiis hanno portato alle scene che abbiamo visto. Quanto accaduto fa più male della sconfitta col Milan…».

Con tanto di sciopero del tifo. «I tifosi si sentono tartassati: giustissimo che ci sia un controllo attento quando si tratta di cose illegali, ma poi bisogna anche venirsi incontro sulle questioni più semplici. Ai napoletani è stato vietato di introdurre bandiere, striscioni, tamburi, poi arrivano le tifoserie avversarie e fanno quello che vogliono, introducendo anche bombe carta come accaduto con la Lazio».

C’è una soluzione? «Società, tifosi, istituzioni devono sedersi attorno a un tavolo, proporre idee e trovare le soluzioni come hanno fatto al Bayern. Gruppi organizzati e società dovrebbero trovare un punto di incontro, magari riservando allo stadio determinati spazi agli ultrà o le curve stesse. Un accordo farebbe felici tutti: bisogna godere della bellezza di questo Napoli e accompagnarlo con uno stadio che torni un valore aggiunto».

Anche il caroprezzi non è stato digerito. Di popolare è rimasto poco…«Tanti fattori hanno inciso, ma questo è anche naturale, soprattutto in Champions. Quanto pagano a San Siro? A Lisbona? E per City-Bayern? Sarebbe opportuno premiare i più fedeli e pensare al modo per riempire lo stadio di abbonati: il Napoli ne registra pochissimi. Semmai è giusto che ci sia equilibrio tra i prezzi dello stesso settore: i posti inferiori, dove non si vede granché, non possono costare come quelli dell’anello superiore».

E sull’eventuale festa a pagamento in Piazza del Plebiscito? «Sono discorsi “lontani”… ma sarà festa in tutta la città, in ogni angolo, in ogni piazza. Poi se il Napoli vuole crearsi un solo evento tutto per sé, magari per vendere il prodotto alle tv e all’estero, è giusto che lo faccia. Ci saranno tanti modi per gioire tutti insieme, ora è necessario ricompattarsi tutti, quest’anno può essere da apripista per il futuro. E a giovarne sarebbero tutti: tifosi, società e squadra».

 

Fonte: Gazzetta

 

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