Giuntoli, Kvara e Spalletti sono tutti e tre fondamentali per il futuro, lo afferma Marchetti. Ecco come agire
Luca Marchetti, giornalista Sky, è intervenuto a Radio Marte nel corso di “Forza Napoli Sempre” condotto da Gianluca Gifuni.
«Quello di aprile potrebbe essere un mese perfetto per il Napoli, dove potrebbe arrivare la vittoria aritmetica dello scudetto e un passaggio del turno in Champions che avrebbe un sapore assolutamente storico. Ed impreziosirebbe ulteriormente una stagione già di per sé straordinaria. Il Milan ha bisogno di fare punti per l’orgoglio e per la qualificazione Champions del prossimo anno. Quindi per i rossoneri sono importantissime tutte e tre le partite. Io credo che questa situazione possa permettere al Napoli di giocare un po’ di più e mi aspetto un po’ di strategia soprattutto nella prima gara con delle formazioni diverse rispetto a quelle che possiamo avere in testa. Le due squadre, secondo me, dovrebbero in qualche modo cercare di sorprendere l’avversario perché si conoscono troppo bene. Tant’è che oggi nel Milan si parla di un possibile ritorno alla difesa a 4 con Calabria a destra nel tentativo di fermare Kvaratskhelia. La questione di Kvara per me è una necessità. Trattenerlo dandogli giustamente anche un merito, un premio, credo che era in animo da parte della dirigenza del Napoli da diverso tempo. Il rinnovo di Giuntoli e del suo staff è importante, perché lo staff è quello che ha permesso al Napoli in questi ultimi anni di dare una continuità a questo progetto. La conferma di Spalletti lo darei per scontata. Non può rispondere no alle dichiarazioni del presidente De Laurentiis. Come si fa a non avere più motivazioni per rimanere al Napoli dopo che hai vinto un campionato in maniera straordinaria e ha portato il Napoli in Europa nel punto più alto della sua storia a prescindere da come andrà il discorso con il Milan? Se poi ci fossero delle divisioni talmente forti, talmente profonde, allora tutto cambierebbe. A chi dice che l’allenatore dovrebbe andar via dopo questa stagione perché in futuro sarebbe difficile bissare e superare questi risultati, rispondo che vincere è difficile e vince solo uno. Io credo non si possa legare la qualità e la bravura di un percorso di un allenatore di un gruppo soltanto ad un risultato. Ai primi quattro posti sì. Se Pioli quest’anno non si dovesse qualificare in Champions può essere messo in discussione il suo lavoro; certo poi bisogna interrogarsi sul perché non si è raggiunto quell’obiettivo. Questo, però, non significa esonerarlo perché i motivi del risultato mancato possono essere moltissimi e non si può dare la responsabilità solo all’allenatore. Soprattutto se ha già vinto»