Il 12 aprile la prima di Champions tra Milan e Napoli
Cambia la scena, cambia lo stadio, cambiano i confini. Mercoledì 12 la sfida di Champions League. Nella mente dei tifosi tornerà subito il ricordo della partita di campionato di dieci giorni prima, ma non sarà così per le squadre e tanto meno per i loro allenatori. In coppa tutto cambia, i valori emersi in una stagione intera (valori che premiano il Napoli e penalizzano il Milan) quasi si azzerano in sfide che durano 180, massimo 210 minuti. In Champions, la squadra campione d’Italia ha già dimostrato di sapersi attrezzare con un’armatura diversa, più solida, più sicura. Ha superato il girone perdendo due volte con il Chelsea, ma quando si è trovata davanti un’altra inglese, il Tottenham di Conte, l’ha eliminata con pieno merito, forse sacrificando quelle due partite al campionato. Subito prima e subito della gara d’andata con gli Spurs, i rossoneri hanno battuto il Torino ma perso col Monza; a cavallo del ritorno, hanno perso a Firenze e pareggiato in casa con la Salernitana. Bilancio: 4 partite, una vittoria, un pareggio, due sconfitte. Però col Tottenham si è rivisto il Milan con la stessa anima (anche se non lo stesso gioco) della scorsa stagione, una squadra tosta, dura, affidabile. Per il Napoli non esiste questa differenza, vola in campionato e vola in Champions. È forte del suo gioco e delle sue certezze, è una squadra che ha un calcio naturale, che rapisce l’appassionato e stordisce i suoi tifosi. Fonte: CdS