C’era ancora Gattuso quando AdL contattò Spalletti: “Avessi agito sarei andato prima in Champions”

0

L’estate del 2021, quando la seconda qualificazione in Champions aveva spalancato scenari anche preoccupanti, Aurelio De Laurentiis mise assieme gli appunti della propria memoria, spaziò in quel universo altolocato delle panchine e, dopo essersi congedato da Gattuso, proprio al tramonto del campionato, mezz’ora dopo la fine di Napoli-Verona, ricominciò da dove si era fermato. A gennaio, sempre dopo una sfida con il Verona e un bruciante 3-1, aveva già pensato di cambiare allenatore, e le smentite successive servirono semplicemente per dare una pennellata alla facciata: però un paio di telefonate con Benitez furono fatte; una a Sarri e una ad Allegri pure; e una sera, di slancio, trovando a Milano, Adl andò al Bosco Verticale per parlarne con Spalletti. «Che avevo sentito già prima che andasse alla Roma e mi aveva detto di no. Ritentai: Gattuso in quel periodo non si sentiva bene e dissi a Luciano: “Ho un grosso problema, ho bisogno di te”. Niente, mi rimandò alla fine del campionato. Siamo andati avanti fino a giugno perché sono un gentiluomo e non ho voluto segare Gattuso. Forse, avessi agito sarei andato prima in Champions».  
Furono settimane intense, con dialoghi a più voci, con incontri a Roma (teoricamente) segreti per tracciare in alcune cene con Allegri un possibile progetto; per lasciarsi ispirare da successive «tentazioni» portoghesi, necessarie a sedurre Conceiçao; per convincere infine Spalletti, interpellato ripetutamente, a dirgli finalmente sì: i presidenti, più in generale gli uomini di calcio, fanno così, giochicchiano su vari tavoli, studiano o allenano l’istinto, poi decidono o sono indotti a farlo da situazioni non sempre governabili, rielaborate in maniera funzionale nella loro narrazione e con verità che hanno comunque, sempre almeno un’altra faccia: «Nel frattempo per depistare tutti passai per Conceiçao, per Allegri, che venne per quattro volte a farmi lezione di calcio nei miei uffici e poi alla fine venne il bravo Luciano a riportarci tra i primi tre in Italia e anche quell’anno, lo scorso, poteva accadere qualcosa di diverso».

Factory della Comunicazione

Perché gli scudetti perduti, in cima ai pensieri quelli del 2018, sono ferite che non si sono mai rimarginate, se non superficialmente, ma sono cicatrici dell’anima che De Laurentiis suturerà solo se… «Se le regole del calcio fossero diverse forse, lo avremmo portato a Napoli già altre volte». 

 

Fonte: CdS

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.