A Torino onda azzurra per 10 mila, piccole tensioni all’ingresso
Il soldato è a Torino ma è sempre innamorato. Come se fosse a casa: diecimila tifosi, almeno diecimila a cantare per il Napoli anche a 900 chilometri dal Maradona. Che invasione e che festa all’Olimpico, lo stadio del Toro. Spettacolo di un popolo in estasi che ogni volta, da queste parti, va ben oltre il settore riservato agli ospiti, di nuovo aperto e vivace dopo i due mesi senza trasferte azzurre deciso dal Ministero dell’Interno per i fatti di gennaio sull’A1. Napoletani di Torino, napoletani d’Italia uniti nel segno di Osimhen. Victor, più di tutti, il simbolo dello show: esce, parte la standing ovation e lui esulta con la gente. Quelli di Osi, quelli che aspettano lo scudetto.
VITA TORINESE. E allora, Oje vita torinese. Oje vita mia: si canta così, all’Olimpico Grande Torino. Il tempio granata screziato d’azzurro per una volta: ventiseimila spettatori in totale e, dicevamo, almeno diecimila seguaci del Napoli. Fedelissimi di stanza al Nord ma provenienti anche dall’estero e dai palazzi con vista sul Golfo, considerando la fine del divieto di trasferta. A proposito: prima dell’inizio, all’altezza degli ingressi del settore Ospiti, si crea un po’ di tensione per l’affluenza divenuta eccessiva a causa di tante persone sprovviste di biglietto. Un tornello è anche danneggiato e un po’ di tifosi rimangono fuori, però dentro l’atmosfera è stupenda: balsamo profumato che cura le ferite della guerriglia di Champions.
LA FESTA. La partita comincia e cominciano i cori. La parola Napoli è forte e chiara. È per gli azzurri che si canta e Osi fa gol: grazie, a presto. Poi tocca a Kvaratskhelia, ancora a Victor e infine a Ndombele, e a quel punto vanno in onda i grandi classici: «Vinceremo il tricolor» e «La capolista se ne va». Non scappa, invece, Osimhen: Spalletti lo sostituisce ma esce dall’altro lato rispetto alla panchina e fa mezzo giro di campo sotto un diluvio di applausi. Mister 21 bellezze. Applaude anche Kvara insieme con la gente, in campo come uno della curva: e tutti capiscono che la festa è vicina.
Fonte: CdS