Ci sono notti che valgono una vita. Spalletti sorride poco, segno che è teso. E risponde in “spallettese”, segno che è teso. «È la prima finale.
Sappiamo che possiamo entrare nella storia di questo club», sospira. Siamo dunque al massimo della perfezione, nel migliore dei mondi possibili. È la Champions più bella, più impertinente, più disubbidiente di sempre per il Napoli. «Ma intanto c’è solo l’Eintracht e per passare il turno serve cuore, cervello e culo». Perché Lucianone sa bene che qui non si tratta solo di approdare ai quarti, eliminando l’Eintracht. Il calcio è sbarazzino, taglia corto, è democratico e senza pregiudizi: ai predestinati lascia spazio e non assegna traguardi. E il Napoli quest’anno sembra un predestinato. «Ma non dobbiamo essere presuntuosi, abbiamo il 50 per cento di possibilità di passare». Qui si può davvero sognare di volare fino a Istanbul, altro che far fuori questi permalosi tedeschi. Perché questo è un anno magico in cui il Napoli ha abituato a divorare i deboli e ad ammansire i forti. In Italia e in Europa. È una squadra cattiva nella sua fame di comando, nel guardare tutti dall’alto in basso. Contenta non solo di far male, ma anche di perpetuarlo. Fonte: Il mattino