TRA SARRI E KVARA. Queste sono albe di nuovi giorni, sanno di rivoluzione tout court, smembrano il potere economico, lo ribaltano in questa distanza siderale che va affrontata con prudenza e senza portarsi appresso la malinconia per la sconfitta con la Lazio che De Laurentiis ha archiviato a modo suo: «Sarri è stato un po’ paraculo ma ci sta perdere e comunque ne facciamo tesoro, affinché non ci si sieda sugli allori. Partita piena di tranelli, poi Kvara ha fatto quella cagata…».
TRE MILIONI IN FESTA. E poi c’è il silenzio del Maradona, quella strana atmosfera che fa da contraltare a quell’euforia soffocata: «Io sono per la legalità ovunque: posso farvi vedere quanti arresti ci sono stati nell’ultima partita per spaccio di droga; e però dei signori della Lazio sono arrestati in tre. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e quelli sì? Facciamo le cose da club moderno ma quando ricevo dal Questore le informazioni sui Daspo per droga, per pistole cariche, rifletto e spero si comprenda che Napoli deve diventare lo specchio della legalità e il simbolo per le future generazioni. Ci sono effetti diseducativi per i bambini, come certi cori che sembra vogliano dire: il Napoli siamo noi».
Mentre le porte dell’Ateneo si sono chiuse e Adl è alla stampa estera con Osimhen, non si può far finta di nulla: «Sono passati trentatré anni dall’ultimo scudetto, pensate quanti bimbi sono nati e nessuno che abbia potuto vivere l’eccitazione per quel trionfo. Riuscirci potrebbe far impazzire la città, con due-tre milioni di persone a festeggiarlo». Le onde negative sbattono contro le ragioni del cuore.
Fonte CdS