Il nigeriano ha parlato di razzismo, Premier e del mito Maradona
Malattia razzismo.
Già, continuare. Ma dove? Inevitabile che il capocannoniere sia al centro di tanti discorsi sul suo futuro.
Un giorno arriverà in Premier League? «La Premier League è considerata da molti la migliore, un giorno vorrei giocarci, ma ora sono in Italia, uno dei primi cinque campionati europei, dove si gioca un calcio diverso, molto fisico, e in questo l’Italia è il massimo per me».
Insomma, la Premier League può aspettare. Ci sono tante cose da fare qui, a Napoli.
Napoli che Osimhen racconta con un altro grazie: «Da calciatore, quando arrivi a Napoli ti innamori ancora di più di questo sport. Voglio restituire alla città e ai tifosi l’amore che mi hanno dato da quando sono arrivato nel 2020».
Ma non scherzate, sembra però voler aggiungere. «Anche se dovessimo vincere lo scudetto, non potremmo mai paragonarci a Maradona: lui è più di una leggenda».
Osimhen parla anche di razzismo. «A Napoli non ho provato il razzismo perché lì bianchi e neri si considerano come fratelli al contrario di altre città in cui sono stato. Due volte sono stato vittima di abusi razzisti, ma ovviamente l’amore che ho dai tifosi del Napoli fa in modo che non ci pensi. Non smetterò mai di dire che il razzismo è una brutta malattia. E non voglio esagerare, ma può spingere le persone anche al suicidio. Farò di tutto per combattere il razzismo».