La “rivoluzione” del Napoli parte prima: 30 giugno 2021

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Quando tutto cominciò, il 30 giugno del 2021, Luciano Spalletti prese il Napoli, se lo sistemò sulle proprie spalle e cominciò a girovagare per quei sentieri illuminati in cui la sua cultura calcistica lo conduceva. Per uscire dagli equivoci, per liberare l’aria da quei veleni che s’avvertivano dopo che il Napoli aveva perso per il secondo anno consecutivo l’accesso alla Champions e pure quel fiume di danaro che ne deriva, gli sarebbe servito non il coraggio ma il proprio patrimonio, e a De Laurentiis, che gli aveva detto ciò che avrebbe poi ripetuto in pubblico, offrì la serenità perduta. Il Napoli di Adl, in quel biennio precedente, s’era impegnato economicamente per centinaia di milioni sul mercato e, andando oltre se stesso, aveva riempito il monte ingaggi d’illusioni divenute poi paura: «Nessuno è incedibile dinnanzi a proposte appropriate. Magari ne arrivassero». La squadra finita al settimo posto rinasce subito, infila otto vittorie consecutive, resta sulla soglia della lotta scudetto sino ad aprile, si sgonfia al «Maradona», con Fiorentina e Roma, si sgretola a Empoli, ma è terza, è in Champions, riconquista una propria autonomia economica e può ricominciare a progettare.

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Fonte: CdS

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