Euroavversaria – Parla l’allenatore Glasner: “Noi e il Napoli esprimiamo un calcio attivo. Felice per il loro scudetto”

Il tecnico austriaco dell'Eintracht Francoforte intervistato dalla Gazzetta dello Sport

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L’austriaco Oliver Glasner:

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«Penso che il Napoli vincerà il titolo italiano, il primo dopo Maradona. Diego è stato un idolo della mia gioventù, avevo 12 anni quando Maradona incantava al Mondiale ’86. Era il più grande. Mi fa piacere ora per la squadra, per la città e per i tifosi. Ma con tutto il rispetto che ho per Napoli, sul campo non regaleremo niente, cercheremo di andare avanti». Oliver Glasner è il secondo allenatore austriaco ad aver vinto una coppa europea dopo Ernst Happel. Guida l’Eintracht dal 2021, dopo il successo in Europa League lo ha portato agli ottavi di Champions. Martedì affronterà il Napoli, spiega, con rispetto e consapevolezza.

L’Eintracht viene descritto spesso come “Sensation Team”. E’ vero e come l’ha costruito? «Ci chiamano così per la vittoria in Europa League, era il secondo successo europeo del club e dopo 42 anni. Negli ultimi 5-6 anni anche in Bundesliga c’è stata una crescita continua, ma non parlerei di “squadra sensazione”, bensì di una che ha trovato con costanza la via verso l’alto. Come allenatore hai bisogno di grandi giocatori altrimenti non raggiungi niente. Va messa in pratica l’idea di come vuoi giocare e sono riuscito a farla entrare nella testa dei calciatori: se tu pensi una cosa e loro un’altra non fai strada. Li ho convinti che potevamo avere successo e tutti, pure i dirigenti, hanno sostenuto le idee».

E quale è la sua idea di calcio? “Un calcio “attivo”, come fa anche il Napoli. Mi impressiona il suo modo di giocare, un modo un po’ anti italiano, se posso dirlo. Penso che il Napoli giochi il calcio più propositivo in Italia. Anche noi vogliamo sempre mettere pressione all’avversario. Cerchiamo di essere sempre in superiorità sulla palla, con intensità dinamica per trovare molto velocemente la strada per la porta. E con il possesso, anche qui vedo paralleli col Napoli, vogliamo avanzare con il gioco corto e le posizioni giuste tra le linee, per cercare gli spazi dietro la difesa. Il Napoli cerca l’ampiezza, anche i nostri esterni la cercano o combinano basso con i centrali».

E’ vero che il suo motto è Carpe Diem? Come può l’Eintracht cogliere l’attimo con il Napoli? «Sì: non guardare troppo indietro ma neanche troppo avanti. Ai giocatori dico: c’è solo questa partita e solo questo giorno. E voglio che dopo ci guardiamo negli occhi e diciamo: ok, abbiamo dato tutto. Puoi vincere o perdere ma voglio che ci sia la nostra identità e personalità».

Il Napoli guida la A a +15. Ha visto dei punti deboli? «Non troppi. Ma ogni squadra ha le sue debolezze. Credo che il Napoli abbia un grande equilibrio, molti parlano dell’attacco ma prende pochissimi gol, concede pochi tiri, c’è sempre una grande protezione difensiva. Complimenti a Spalletti, ma ci sono anche spiragli. Il Napoli è costante: abbiamo bisogno di una giornata top, ma sono convinto che possiamo creare qualche occasione, poi servirà efficacia sotto porta».

Conosceva Kvaratskhelia prima di questa stagione? Ha sorpreso anche lei?«Non lo conoscevo. Mi ha sorpreso che un giovane georgiano abbia così tante qualità e si sia imposto così velocemente in Serie A, non è facile. Resta largo e poi ha un dribbling all’interno, calcia di destro e sinistro. E’ importante che non lasciamo da soli i nostri esterni e li sosteniamo, per poter controllarne le qualità»

Kvaratskhelia: 9 gol e 9 assist. Nelle leghe top ci sono riusciti soltanto Neymar, Messi e il suo Kolo Muani. Possono somigliarsi “Kvara e Kolo”?«Paragonerei Kolo Muani a Osimhen. Victor è più robusto, ma sono entrambi molto pericolosi, molto veloci, concludono con tutto: destro, sinistro, testa».

Perché non ha funzionato con Pellegrini, tornato in Italia a gennaio?«Ci sono a volte ottime situazioni che però non si adattano insieme. Non ha colpa una parte o l’altra, ma quando ci si conosce poi si vede che non funziona bisogna accettarlo e le due parti si sono dette ok, è meglio che si tenti di trovare ciò che si cerca».

A Dubai vi allenavate a fianco di Marcell Jacobs. L’Eintracht ora corre più veloce?«La grande differenza è che gli sprinter devono solo accelerare, un calciatore ha tanti start e stop. E’ stato però impressionante vederlo, come è dinamico e leggero. C’è stato qualche scambio e occhiate a ciò che faceva, ma non possiamo copiarlo e viceversa».

Come accoglierà gli azzurri martedì la fredda Francoforte? E’ vero che nel calcio somiglia alla calda Napoli?«Chi viene da noi sa che la temperatura fuori potrà essere fredda ma dentro lo stadio sarà bollente. Grande atmosfera, arena piena, è più stretta sul campo rispetto a Napoli. E l’Eintracht sarà altamente motivato»

 

Fonte: Gazzetta

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