Maurizio Santopietro – “Dal Vinicio O’Lione al Leone Simeone: “la sublimazione azzurra””

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Il pensiero:

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“Con questo Gio’ Leone, in campo per novanta minuti, o da quando parte dalla “gabbia-panchina” per giocarne quarantacinque, o venti oppure dieci o anche fossero i finali cinque minuti, ecco che “l’essenziale diventa visibile agli occhi”! E’ una sorta transfert “tecnico-agonistico”, una trans temporale che lega O’ Lione e il Napoli di Vinicio allenatore che, attraverso l’evocazione del mitico 10, anima Gio’, il nostro Leone Simeone. Incarna la pura verve, lo sconfinato coraggio, la ferrea volizione con cui azzanna la mostruosa Gorgone, decapitandola, che nell’anfiteatro cremonese stava prendendo la forma di uno spettrale pareggio. Rinnova il filo mitologico nel labirinto di un altro spaventoso pareggio al Meazza, con un’altra fulminante, letale incornata. E poi la dea bendata si degna di una timida visita. Ma ancora, nell’arena maradoniana, mentre il pareggio a tinte giallorosse aleggia come un invincibile, perfido orrore, il Leone Gio’ scaglia la mortale freccia con erculeo sforzo, fendendo pure l’anima della mostruosa creatura a diciassette teste…

Come la vittoria del 1986/87 in campo avverso ai danni dei campioni in carica di allora, come il benefico pareggio all’ultimo respiro in quel di Udine nel 1989/90, quest’ultima impresa del Leone Gio’ Simeone contro la Roma, favorisce inesorabilmente gli Azzurri alla conquista di un alloro… a forma triangolare”.

 

Maurizio Santopietro

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