Quell’intuizione felice di Giuntoli, ora il bomber vale 120 milioni
Il contesto è importante, altrimenti col senno di poi la valutazione degli eventi viene dilatata, se non addirittura distorta. Siamo nel luglio del 2020 alla fine del primo, pesantissimo, lock-down pandemico, con la coda di una stagione ancora da concludere ma già proiettati nel futuro. Un futuro difficile da focalizzare con l’incubo Covid sempre presente. Ancora più complicato da capire per i club del calcio professionistico. Si è giocato a porte chiuse, non si sa se, come e quando gli stadi potranno essere riaperti al pubblico, dunque la voce botteghino in entrata è di fatto azzerata e anche l’indotto di marketing e merchandising è in forte calo. I fatturati precipitano mentre i monte ingaggi sono lì, da scalare. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha anche deciso di mettere in cassa integrazione i dipendenti. Il futuro fa paura.
All in Il contesto è proprio questo quando il direttore sportivo Cristiano Giuntoli fa la scommessa più grande della sua carriera. Una sorta di all-in al Texas-holdem, una giocata che la carriera te la può anche stroncare, se la scelta non porta ai risultati programmati. Giuntoli, che da tempo segue Victor Osimhen, decide di puntare tutto su di lui per il futuro del Napoli. Ventidue anni, mezzi fisici notevoli, un titolo Mondiale U17 vinto da capocannoniere in Cile, il nigeriano ha le potenzialità per emergere, ma anche diversi infortuni che lo hanno frenato. Per tenere il Napoli su un percorso competitivo, che ha portato nel tempo ad ammirare a Fuorigrotta Cavani, Higuain e lo stesso Milik che ha rifiutato il rinnovo e nel gennaio 2020 è stato impacchettato a Marsiglia. Ma se l’uruguaiano era costato solo 17 milioni, l’argentino quasi 40 arrivando dal Real, e il polacco 33 dall’Ajax questa era una operazione da oltre 50. Più di una scommessa A quei costi servono certezze. Che non possono esserci. Ma Giuntoli è convinto del suo fiuto, Rino Gattuso – allenatore dell’epoca – a sua volta già conosce Osimhen e sarebbe felice di allenarlo. Il viaggio napoletano di Victor per “sondare” il terreno diventa positivo per la determinazione che gli trasmettono sia Giuntoli, sia Gattuso. Ma c’è da convincere De Laurentiis che quei soldi li deve investire, con le casse vuote e le prospettive di rilancio problematiche. Il produttore cinematografico intuisce e dà l’ok alla sua operazione più costosa nel picco negativo degli introiti. Crede nel suo dirigente e anche nel suo allenatore. Fiuta l’affare che appare un po’ meno oneroso per via della rateizzazione. Haaland nella stessa estate passerà al Borussia Dortmund per una cifra formale di inferiore a quella di Osimhen (ma con costi molto più alti su ingaggio e rivendite già fissate dall’agente Raiola). Il Napoli sta ancora pagando a rate 52 milioni di euro. Il plus di 20 milioni con i quali sono stati valutati Karnezis e altri tre ragazzi della Primavera li lasciamo alle inchieste penali aperte in Francia prima e a Napoli dopo. Di certo c’è che per la giustizia sportiva della Figc il Napoli è stato assolto sia in primo che in secondo grado dall’ipotesi di violazione in materia gestionale ed economica.Lascia? No raddoppia Anche allora c’erano sirene inglesi per portare Osimhen subito in Premier. Ma il Napoli chiuse sul tempo con il Lilla. Oggi quella operazione è un fiore all’occhiello. L’all-in di Giuntoli è riuscito e dall’Inghilterra danno per certo che United e Chelsea sono pronti a investire oltre 120 milioni. Questa la valutazione di Osimhen che può finire al Real, al Bayern o nei tre-quattro club inglesi da Champions. Non altri. Perché Victor sta bene al Napoli e se andrà via lo farà soltanto per migliorare. E con le meraviglie di questa Banda Spalletti non è semplice. Fonte: Gazzetta