Spalletti torna a La Spezia, dove ha giocato da calciatore, dove ha affrontato Maradona e Careca in Coppa Italia, dove ha conosciuto la moglie e messo su famiglia. Da primo in classifica. Qui, a maggio dello scorso anno, arrivò il capolinea della vecchia guardia e l’inizio della rifondazione. «Voglio dire che adesso è più importante il sostegno dei tifosi di quello che posso dire io in campo. Che ci stiano vicini, soprattutto in questo momento qui». Lucianone è uno degli idoli di questa squadra, c’è poco da fare. E lo è per il suo modo di mettersi al centro di ogni cosa.
A Dimaro, durante le frequenti contestazioni, nel silenzio della società, è stato lui a mettere la faccia, a zittire le sommosse di piazza. Non dice di no mai a nessun tifoso. Basta andare su Tik Tok e si trova qualcuno che ha postato un video con una sua battuta, vai su Facebook ed è lo stesso: generoso negli autografi, nei selfie. Quanto alla dialettica, Lucianone ricalca il campo.
Ama attaccare per dare il meglio di sé: pare che non riesce a permettersi di vivere senza nemici (veri o disegnati ad arte): è il destino di quelli che hanno carisma. Spalletti sa di essere a un passo dalla storia. Ieri si è divertito a ospitare quelli del Napoli Futsal, la squadra di calcio a 5 che comanda la Serie A. E che sabato è stata vittima di un’aggressione a Nocera. C’erano il presidente del Napoli Futsal Serafino Perugino, il capitano Nando Perugino e l’allenatore David Marin ospiti a Castel Volturno all’allenamento degli azzurri.
A Spalletti è stata regalata la maglia numero 8. Al Napoli calcio a 5, oltre a una maglia azzurra, la pettorina che resterà per sempre simbolo del suo ciclo napoletano ovvero quella con la scritta: «Sarò con te e tu non devi mollare». La squadra lo segue come neppure fosse il pifferaio di Hamelin: tutti pendono dalle sua labbra. Ed è questa unione che è tra gli elementi di questa macchina meravigliosa.
Fonte: Il Mattino