Molti allenatori dell’era De Laurentiis sono arrivati a scadenza naturale ma due big no
LA MISSIONE EPICA
Lo scudetto è lì, a un passo. Una impresa epica, attesa da 33 anni. Spalletti non spera neppure di strappare un prolungamento, gli sta bene questa situazione, non vuole legami troppo lunghi. Lo ha detto più volte: «Alla mia età voglio andare avanti con contratti annuali». Sarà così. Non dice mai resto ma presto lo dirà. Poi è chiaro: impensabile che De Laurentiis e Spalletti non si parlino e che sia solo una lettera con raccomandata inviata dai rispettivi legali a sancire la permanenza in azzurro dell’allenatore che sta incantando l’Europa e che sta per conquistare la serie A. Anche perché anche la prossima estate sarà piena di cambiamenti: e Spalletti dovrà condividere certe scelte, come ha fatto sette mesi fa. Scelte che rischiano di essere dolorose. Ma se l’anno scorso sono andati via calciatori in scadenza come Mertens e Insigne o altri di cui da varie sessioni di mercato si ventilava l’addio, come Koulibaly e Fabian, questa estate le tentazioni di mercato saranno tantissime. Proprio per merito di Spalletti che ha fatto salire alle stelle la valutazione dei big del Napoli. Come resistere a un assalto da 150 milioni di euro della Premier per Osimhen o ad altre offerte milionarie per qualche top player? Il Napoli è reduce da tre bilanci di rosso profondo, il Covid ha bloccato il mercato per due anni. E solo certe plusvalenze e il taglio degli ingaggi (il tetto degli stipendi sarà di 2,5 milioni di euro) garantiscono l’equilibrio finanziario che è il faro di questa proprietà. Lucianone conosce il mondo, come De Laurentiis: i contratti contano ma fino a un certo punto. Bisogna essere contenti in due. Il presidente e l’allenatore non hanno particolare fretta: uno vuole tenerselo, l’altro vuole restare col tricolore sul petto. Il primo dal 1990 per il Napoli, il primo in assoluto per il tecnico toscano. Non si vedranno prima della fine del campionato per mettere l’argomento contratto ed eventuale prolungamento sul tavolo. Dare qualcosa di scontato sarebbe errore imperdonabile però la sensazione è che non ci saranno intoppi e che Spalletti sarà qui anche la prossima stagione.
LEGAMI FORTI
Molti allenatori dell’era De Laurentiis sono arrivati a scadenza naturale del loro rapporto contrattuale: Mazzarri, Benitez e Gattuso. Sarri venne licenziato per i suoi troppi tentennamenti (aveva un altro anno di contratto), Ancelotti venne cacciato a 6 mesi dalla scadenza. E con Spalletti? Da qui alla fine del campionato l’argomento non verrà toccato, inutile chiedere al tecnico cosa farà. Risponderà sempre alla stessa maniera: «Non mi interessa niente di niente». Non dice mai resto ma alla fine lo farà. Troppo importante l’obiettivo per potersi dedicare ad altro. D’altronde vale per l’allenatore come per altri: meglio evitare qualche distrazione di questo genere, che poi sono quelle più pericolose. Il futuro sorride a tutti. Fonte: Il Mattino