Alessandro F. Giudice: “Se sei quotata in borsa hai tante responsabilità anche verso gli azionisti”

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A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto 1 analista finanziario Corriere dello Sport:

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Per me, il dato di fatto certo è che i bilanci della Juventus fossero alterati in maniera sistematica, consapevole, con un accordo pervasivo come lo definisce la sentenza, che coinvolge vari livelli del club. Che ci sia stata questa alterazione è documentata, palese, non c’è neanche bisogno di intercettazioni: è stato sistematicamente disapplicato un principio contabile, anzi due, per anni al fine di produrre ricavi che non dovevano essere prodotti ed hanno alterato il risultato economico. Ciò che costituisce alterazione di bilancio per la Juventus, non lo costituisce per altre società che non sono quotate in borsa. Non c’è discussione sull’alterazione di bilanci, se costituisce reato lo si stabilirà, perché non tutte comportano un reato, solo in particolari condizioni che andranno dimostrate nel processo penale. Per inciso, tra le carte presentate per la sentenza, ce ne sono alcune molto forti che rappresentano dolo, una tra tutti quella fattura modificata a penna. Il giudizio sportivo è un’altra cosa. Su un punto, la sentenza non è andata in profondità, cioè spiegare in che modo quest’alterazione dei bilanci ha rappresentato un illecito sul campo. Se può essere motivo di ricorso? Non sono un esperto di diritto sportivo, né avvocato, ma mi dicono di no. Devo aggiungere che mi ha stupito, non poco, leggere la memoria difensiva della Juventus che si era dispera in mille rivoli contestando a 360°, ma molte di queste contestazioni erano molto deboli. Questo che sarebbe stato il punto d’attacco più efficace, non è stato fatto. Tutto parte da una e-mail interna, nella stagione 2019/20 interrotta per il Covid, in cui ci si accorge che la perdita dell’anno sta viaggiando verso livelli molto pericolosi. Parte, quindi, un’iniziativa da parte di Agnelli tramite e-mail, in cui si dice che non è possibile chiudere con quella perdita e che bisogna recuperare col mercato, pertanto si attiva la macchina di plusvalenze. Quell’anno, infatti, la società chiude i bilanci a -90 milioni e un record di plusvalenze. Quando sei una società familiare, privata, nel rispetto della legge hai dei margini di manovra. Se sei una società quotata in borsa, non puoi avere questa libertà di manovra di fare come ti pare”.

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