Di Biagio a “Il Mattino”: “Napoli da scudetto? Una squadra che gira a 50 punti dopo il girone di andata non si può più nascondere”
L'ex giallorosso Di Biagio consacra il capitano della Roma «Anche se a volte non è valorizzato come meriterebbe»
Nessuna entrata dura. Gigi Di Biagio mette subito le mani avanti «Va bene che giocavo anche io a centrocampo, ma Lobotka è molto più tecnico di me». E lo dice con l’esperienza di chi in mezzo al campo ha giocato per tanti anni e sa bene cosa vuol dire toccare palloni che scottano. Lo ha fatto con la maglia della Roma e ora segue tutto da commentatore attento di Dazn. E anche per questo è così incuriosito dalla partita di domenica al Maradona, perché sarà anche la sfida nella sfida tra Spalletti e Mourinho.
Cosa la incuriosisce di più?
«Innanzitutto le due filosofie di gioco che sono così distanti tra loro, perché hanno un senso estetico del calcio differente».
Ovvero?
«Luciano cerca sempre di fare la partita e vuole giocare nella metà campo avversaria. Mentre per Mourinho vincere 2-0 è il massimo del piacere».
E lei cosa preferisce?
«Non credo si possa scegliere. Sono due modi di vedere il calcio e non si può dire quale sia più bello. Sono due mentalità che hanno portato a grandissimi risultati e questo fa la differenza».
E allora veniamo al risultato: quale si aspetta per domenica?
«Sembrerebbe una partita abbastanza delineata, ma il Napoli deve fare attenzione».
Perché?
«Per il gioco che ha, la Roma è la squadra che può dare più fastidio al Napoli che ha bisogno di spazio e di essere attaccato. La Roma, invece, si schiaccia molto negli ultimi 30 metri. Insomma: loro aspettano e il Napoli attacca».
E allora?
«Credo proprio che servirà la giocata di un singolo per risolverla. Un po’ come è successo all’andata, quando a decidere la sfida è stato il colpo di Osimhen».
Un consiglio per Spalletti?
«Lui sa bene quello che deve fare, quindi mi aspetto che dirà ai suoi ragazzi di stare attenti quando attaccano e di non far prendere troppa confidenza agli avversari».
Uno su tutti?
«Lorenzo Pellegrini. Perché secondo me è fortissimo ed è il simbolo della Roma. A volte non viene valorizzato come dovrebbe».
E nel Napoli?
«Quello che sta facendo Spalletti è sotto gli occhi di tutti. Nessuno, dopo le cessioni estive, a inizio campionato avrebbe pensato a una stagione così. Anzi, in molti pensavano che il Napoli non potesse arrivare tra le prime quattro».
Quindi la mano di Spalletti viene prima di tutto?
«Beh, è evidente: è stato bravissimo in tutto. Ho un debole per lui e penso che migliori tutti i suoi giocatori. È uno dei migliori a livello mondiale e trasmette convinzione a tutti. Sono 20 anni che le sue squadre giocano a meraviglia: ora può mettere la ciliegina sulla torta».
Insomma: Napoli da scudetto?
«Si fa fatica a pensarla diversamente. Perché una squadra che gira a 50 punti dopo il girone di andata non si può più nascondere».
Tra Milan e Inter vede una vera inseguitrice?
«Nessuna delle due. Non vedo una squadra che possa impensierire gli azzurri. Nessuno può reggere quel ritmo. Al ritorno il Napoli può fare almeno 40 punti. Hanno cambiato mentalità e hanno dimostrato di non inciampare più contro le piccole».
Fonte: Il Mattino