Capuano: “Spalletti? dicevano che era bollito, ho sempre detto il contrario. Napoli perfetta per lui: è autorevole e autoritario”

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Eziolino Capuano, allenatore del Taranto, ha parlato a “Santo Catenaccio”, podcast Spotify condotto da Michelangelo Freda e Alberto Caccia. Queste le sue parole:

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“Il Napoli è un indiscutibile e meritato grande protagonista del campionato di Serie A. Quando la società partenopea ingaggiò Luciano Spalletti più di qualcuno diceva che fosse bollito, perchè fermo anche da tempo ed io ho sempre rinnegato quel pensiero. Oggi ribadisco quanto già ho detto all’epoca: al Napoli hanno preso un allenatore incazzato e che sa ciò che fa. Si tratta di un allenatore di grandissima cultura, altissima cultura, e assolutamente adatto adatto ad un club e ad una città passionale come Napoli, in quanto è una figura che sa essere autoritaria e al tempo stesso autorevole. I risultati gli stanno dando ragione ma io queste cose le dicevo già anni fa. Il gioco del Napoli incanta l’Italia e l’Europa e non è fine a se stesso, è bello da vedere ed ha tanta qualità, è il frutto di un equilibrio non indifferente. Le idee sono belle ma poi vanno concretizzate, è sempre l’unità a fare la differenza e nella squadra partenopea si vede questo ragionamento. Si possono solo fare complimenti.

Parisi oramai top della Serie A? Quando si parla di lui è come parlare di un figlio, ho contribuito nella crescita del ragazzo anche a livello tecnico-tattico. Per me è diventato un ragazzo di famiglia, sono di parte ma fa piacere leggere le parole di Javier Zanetti su di lui. Quando uno come lui dice che Parisi gioca liberamente come se stesse al campetto sotto casa non posso che concordare con l’argentino, perché queste cose le dicevo già dai tempi di Avellino. Sembra che giochi il derby Serino-Atripalda e non a San Siro. Parisi in Italia è uno dei migliori fluidificanti di sinistra e crescerà ulteriormente arrivando fino alla Nazionale rimanendoci in pianta stabile.

Il mio modo di vedere il calcio? Sento tante cazzate in giro. Per me il calcio è passione e sentimento. Il calcio è senso di appartenenza dentro e fuori il rettangolo di gioco. Adesso alleno il Taranto, una città grande, e rappresento questa gente che vive il risultato della propria squadra ogni giorno. Fare l’allenatore è una grandissima responsbilità per la piazza e per i giocatori, se sbagli qualche scelta puoi “accappottare” e compromettere tutta una società. Sul rettangolo di gioco invece mi baso molto sulla razionalità. Per me è una squadra è forte quando sa stare in mezzo al campo; una squadra è fortissima quando ha equilibrio e non quando fa 10 passaggi consecutivi. Per me la squadra che gioca bene è quella che ha equilibrio e razionalità ma soprattutto identità, non mi piacciono le squadre garibaldine. Le mie parole su Guardiola convengono proprio su questo, non l’ho criticato, ho fatto un affermazione forte. Guardiola può permettersi quel gioco per la grande qualità dei giocatori che ha avuto ed ha a disposizione. Se andiamo a vedere una gara di Prima categoria o Esordienti vedremo gente che prova a copiare Guardiola; il tiki taka ha influito in maniera negativa sul calcio. Il problema è chi lo scimmiotta. Io uso sempre una determinata terminologia: se ho la pasta ed fagioli a disposizione posso fare solo pasta e fagioli senza inventarmi altro, non posso cucinare la pasta al sugo se non ho gli ingredienti. È difficile fare quel calcio con giocatori di dubbio palleggio.

 

La mia esperienza qui a Taranto? Onestamente sono un positivo di natura, non mi aspettavo di concludere il girone di andata con 26 punti e con 3 gare in meno da parte mia. Devo fare i complimenti ai ragazzi, si tratta di una squadra giovanissima che ha dovuto affrontare tante assenze. Abbiamo avuto così tanti indisponibili che abbiamo giocato con 7 giocatori under in campo, terminando gare finanche con 8 under in campo. Sono cresciuti tanti giovani ed hanno attirato le attenzioni di squadre più importanti, per me è una soddisfazione notevolissima. Dopo tanti giocatori che ho cresciuto, tra cui l’extraterrestre Parisi, oggi vedo calciatori attenzionati come Antonini, Evangelisti e Ferrari e probabilmente – ve lo dico in anteprima – uno di questi finirà all’Empoli.

Antonini? per me è un giocatore che farà molto bene oltre il Taranto. Quando mi sbilancio è perché sono convito di ciò che dico. Antonini è un calciatore di struttura, forte nella difesa a tre e che si allena benissimo. Ha avuto un percorso travagliato, partendo dall’Inter e passando per il dilettantismo ed oggi è un giocatore prontissimo. Lo paragono a Gatti. Antonini è proiettato nel grandissimo calcio.

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