Spalletti a Il Mattino: «Restiamo sempre umili e tranquilli ma non dobbiamo abbassare il ritmo»
Quando dal cielo è cominciato a cadere una pioggia senza fine, gli azzurri hanno assunto di colpo quel colore identico alla loro pelle, alla loro magnifica e ruvida scorza. Dentro una pioggia molto ma molto inglese, il Napoli prende a schiaffi la resistenza della Salernitana come il vento che strapazza le bandiere nella gelida serata dell’Arechi. Gelida fuori, perché in realtà è rovente nei cuori e vibra nelle corde di una vittoria che porta il Napoli a quota 50 punti. Padroni del campionato. Spalletti accarezza la storia: non c’è bisogno di ricordare che tutto questo fa rima con scudetto. Questa è una squadra di marpioni, non solo la più bella del reame. Lucianone sa bene che ora viene la parte più complicata. Ma questi tre punti sono straordinari, in un derby combattuto anche con la clava. E con un 74 per cento di possesso. Peccato per quei cori odio Napoli.
Spalletti, un derby vinto con sofferenza.
«Queste partite qui possono essere condizionate da tanti aspetti: c’è l’entusiasmo, ma anche il rischio delle troppe responsabilità che pesano. Bisogna poi saper giocare a pallone, con il ritmo corretto che deve portarti a vincere la partita. Ecco, ci vuole ritmo ritmo ritmo. Cosa che nel primo tempo non abbiamo avuto, perché la Salernitana si è messa in dieci a difendere e noi ci siamo affollati troppo, rischiando di prendere qualche ripartenza».
Con il gol di Di Lorenzo, tutto è cambiato?
«Sì è lì c’è stato il colpo di genio che ha dato l’impennata. Perché ci vogliono delle giocate di estro quando una squadra si difende come ha fatto la Salernitana. Nel secondo tempo abbiamo cercato l’equilibrio e lo abbiamo trovato, facendo sempre la cosa giusta».
La parata di Meret è stata decisiva?
«È stato a mollo sotto l’acqua per un’ora e venti minuti senza fare praticamente nulla e con personalità è riuscito a fare un intervento che solo quelli che hanno la testa giusta possono fare. E nella notte ha avuto anche la febbre. È lui l’uomo simbolo di questa vittoria, se proprio devo sceglierne uno dei miei».
Anche Di Lorenzo ha fatto qualsiasi cosa in questa gara?
«È il mio capitano, ma sarebbe il capitano in qualsiasi squadra perché la fascia se la merita. Lui è impressionante, sa sempre quello che fare e quello che dire, anche in allenamento. Lui si responsabilizza se stesso e i suoi compagni».
Con 50 punti non si può non pensare a uno scudetto vicino.
«Noi abbiamo la responsabilità e la maturità per andare avanti. Ma nel calcio non si può stare mai tranquilli: basta poco per mettere tutto in discussione. Ripeto, anche con la Salernitana, Meret ci ha salvato perché nel calcio di adesso due gol non bastano più bisogna farne sempre di più».
Però la parola scudetto la riesce a nominare?
«Lo dicano gli altri. Noi sappiamo di avere tra le mani una situazione irripetibile e ci comportiamo sapendola che c’è. Non dobbiamo disperdere le possibilità che abbiamo, restiamo umili e con tranquilli».
Lei ammira il Napoli di Sarri, le fa piacere sapere che ha fatto più punti di lui nel girone di andata?
«Ogni stagione può essere straordinaria, noi abbiamo fatto 50 punti ma adesso ci tocca farne altri 50. Quello era un grande Napoli e anche questo lo è. Non c’è bisogno di fare paragoni. È un cammino quello che abbiamo fatto fino ad adesso molto bello, meritato. Siamo stati straordinari».
La penalizzazione della Juventus?
«Non entro nel merito della decisione, non ne so nulla. Penso che per la nostra corsa cambia poco sapere i punti che hanno loro in classifica perché ce ne sono tante altre che possono ancora raggiungerci. Il nostro primo posto può essere insidiato ancora da altri. Certo, non siamo ancora tranquilli ma dobbiamo sempre mantenere questo livello di gioco e di personalità. Come con la Salernitana».
Fonte: Il Mattino