Nino D’Angelo: “«Questo Napoli è come un cantante. Fuori i violenti dagli stadi»

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È sempre lui: il ragazzo della curva B. Nino D’Angelo è rimasto fedele ai colori del Napoli, ma soprattutto al tifo passionale, quello che trascina, ma che allo stesso tempo condanna i fatti di una settimana fa, gli scontri avvenuti sull’autostrada A1 tra sostenitori del Napoli e quelli della Roma.

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Che effetto le ha fatto vedere quelle immagini?«Quello non è calcio. E parlo ancora da ragazzo della curva B, uno che non voleva questo calcio. Anzi era contro chi si prendeva a botte. Il pallone è un’altra cosa».
Ovvero?«È innanzitutto passione. E la passione è una cosa bella. Non dovrebbe far litigare».
Ma non è tutto.«Per altro gli scontri non ci sono stati per un risultato negativo della propria squadra, ma per altre cose».
E allora lei cosa direbbe loro?«Devono capire che questo non è il calcio e che invece il bello di questo sport è lo sfottò: quello sano, quello divertente ma anche non violento. Davvero non capisco come si possa arrivare a situazioni di questo genere».
Situazioni che adesso hanno portato anche al divieto di trasferta per i tifosi del Napoli.«E questo mi dispiace. Perché per colpa di pochi, tutti i tifosi per bene non potranno vedere le partite. Non è giusto e penso che non si dovrebbe fare di tutta un’erba un fascio. Perché non tutti sono violenti».
E quindi cosa fare?«Bisogna assolutamente usare pene forti e severe, perché chi sbaglia deve pagare. Ma ogni sanzione dovrebbe essere mirata solo a quelle piccole frange. Questa pena, invece, finisce per essere troppo severa e ingiusta per chi non ha fatto niente. Penso sempre che dove c’è male, c’è anche il bene e il bene è sempre più del male. Come napoletano e come tifoso per bene mi sento offeso. Il napoletano vuole andare a vedersi lo spettacolo dei giocatori in campo e invece per colpa di qualcuno adesso i bambini che non hanno fatto niente non potranno seguire la squadra in trasferta».
Ma veniamo al calcio giocato, come ha vissuto la vittoria sulla Juventus?«La gioia è stata incredibile. Vincere 5-1 non è vincere 1-0, ancor di più se lo fai contro la Juve. Ti rendi conto che non c’è partita».
Il Napoli che emozioni le sta regalando?« Se questo continua a essere il Napoli sarà dura per tutte. Perché ha un gioco e ha una classe superiore. È come un cantante che subito riconosci, anche se lo ascolti solo alla radio: non c’è bisogno di guardarla. Credo che sia una delle squadre più belle d’Europa».
Si può parlare già di scudetto?«Io quella parola non la dico, ma 9 punti dal Milan onestamente iniziano a essere veramente tanti. Ma sono già contento del Napoli per come sta giocando veramente da grande. Sono fiero di essere tifoso del Napoli, dell’allenatore, del presidente e della società Credo che fino a oggi non abbia rubato nulla, anzi merita tutto quello che ha conquistato. È chiaro che non siamo lì per caso: abbiamo battuto tutte le grandi a parte l’Inter. Ma quella è stata una gara da dimenticare perché quello non era il Napoli».
A proposito della Juventus: la sua esultanza sui social è diventata virale…«Ecco quella è stata la dimostrazione che nel calcio ci può stare lo sfottò, ma senza sfociare nella violenza. Ho ricevuto migliaia di messaggi da juventini che mi hanno scritto Chapeau. Quello è bello del calcio. Sono andati al di là del risultato e delle 5 polpette, e mi piace sentire quelli con cui solitamente litighi, che per una volta ti vengono a fare i complimenti per la prestazione del Napoli. Dovrebbe essere così sempre».
Proprio prima della partita contro l’Inter ha fatto visita alla squadra in ritiro a Milano.«Ho accompagnato mio nipote: un bambino nato e cresciuto al Nord ma che è malato del Napoli. In classe sua sono tutti tifosi dell’Inter e del Milan, invece lui si è schierato con il Napoli. Ho voluto fargli un regalo e l’ho portato a conoscere i suoi beniamini».

Fonte: Il Mattino

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