Il Rubin Kazan non dimentica: “Juve: 20 milioni per lui erano tanti…”

L'ex club di Kvaratskhelia ricorda la trattativa saltata con la Juventus

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Il dito nella piaga lo ha messo il Rubin Kazan: “Juve nel 2021: troppi 20 milioni per lui“. Frecciata via social accompagnata da due foto di Kvaratskhelia: una con la maglia della Juventus e l’altra con quella del Napoli mentre segna uno dei 5 gol a Szczesny nel big match di venerdì al Maradona. Peccato che non sia l’unico rimpianto e nemmeno il più grande: Haaland nel 2018, ai tempi del Molde,  sarebbe potuto arrivare a Torino giovanissimo e per 2,5 milioni più il 50% della rivendita. I primi sondaggi per Kvaratskhelia risalgono alla stagione di Maurizio Sarri, quando Fabio Paratici ne intuisce il potenziale e inizia un lungo corteggiamento: prima un tentativo per regalarlo ad Andrea Pirlo assieme a Chiesa, poi, nella primavera 2021, l’affondo vero e proprio per anticipare la concorrenza del Bayern e dei club inglesi. Il georgiano sbarca a Torino e visita le strutture bianconere, come Haaland nel 2018, scortato da Federico Cherubini. Ma perché alla fine Kvara non firma per la Juve? Non è soltanto una questione di prezzo. Nella primavera 2021 alla Continassa vengono gettate le basi per l’imminente rivoluzione societaria con il passaggio del testimone tra Paratici e Cherubini. Cambiano uomini, priorità e strategie, compresa quella su Kvaratskhelia. Il georgiano resta al Rubin Kazan e in seguito, a causa dello scoppio del conflitto ucraino, si trasferisce alla Dinamo Batumi, in patria. A quel punto il ds del Napoli Cristiano Giuntoli è il più lesto ad annusare il grande colpo e si assicura il talento dell’est per 10 milioni. Ecco perché il suo profilo è molto gradito a Torino come futuro ds. L’eventuale sbarco del dirigente azzurro non escluderebbe a priori la permanenza di Cherubini, che potrebbe restare anche in caso di arrivo di Massara o di promozione dall’Under 23 del ds Giovanni Manna. Probabilmente Kvaratskhelia per età, costi e margini di crescita sarebbe stato un colpo più in linea con la nuova politica societaria della Juventus rispetto, ad esempio, a Filip Kostic, giocatore sì affidabile e di rendimento, però sbarcato a Torino alla soglia dei 30 anni e per 16,5 milioni (tra parte fissa, oneri e bonus), nonostante un anno solo di contratto con il suo ex club. Se l’esterno serbo sarà difficilmente rivendibile alle stesse cifre in futuro, il riscatto di Leandro Paredes è già molto più che a rischio, visto che l’obbligo è caduto con l’uscita dalla Champions. In sospeso il giudizio tecnico su Paul Pogba, arrivato a zero e ancora fermo a zero minuti in campo a causa della rottura del menisco esterno del ginocchio destro di fine luglio. Se tutto andrà per il meglio, il francese ritroverà il campo domenica, contro l’Atalanta, nell’ultima tappa del girone d’andata. Non lo scenario immaginato in estate dai dirigenti, che per riportare a casa Pogba hanno calato sul tavolo un quadriennale da 8 milioni più bonus. Da svincolato è arrivato anche Angel Di Maria: la stagione pre-Mondiale del 34enne di Rosario è stata al di sotto dei suoi standard a causa dei problemi fisici. L’inizio del 2023 e il gol di Napoli, però, lasciano ben sperare. Al Maradona, invece, Bremer ha vissuto la sua notte peggiore, troppo brutta per essere vera: il brasiliano nella prima parte di stagione si è rivelato il rinforzo migliore assieme a Milik.

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Fonte: Gasport

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