La Juventus si era presentata al Maradona dopo 8 vittorie di fila senza subire gol e se ne torna a Torino con una mano davanti e una di dietro. Una mano, o meglio, una manita. Sul successo c’è il marchio a fuoco di quei due lì davanti che probabilmente sono già diventati il peggior incubo per Danilo, Bremer e Alex Sandro. Merito di una sfrontatezza che sono dei ventenni scatenati come loro possono permettersi. Quando vanno in campo aperto diventano imprendibili e soprattutto hanno trovato un’alchimia perfetta che li rende complementari a meraviglia. La fotografia della coppia è racchiusa nel frame che porta al raddoppio del Napoli, ovvero quando Osimhen si ritrova un pallone sui piedi dentro l’area della Juve e invece di far prevalere il killer instinct del bomber fa prevalere quello dell’uomo squadra. Così serve al compagno l’occasione ideale per fare centro, ma soprattutto per sbloccarsi mentalmente. In un secondo ansie e preoccupazione degli ultimi mesi sono andate a farsi benedire, e con quel pallone che ha gonfiato la porta della Juventus sono spariti tutti i brutti pensieri. Per un momento, durante l’esultanza per il gol, Kvara si lascia anche scappare un dito sulla bocca rivolto a chi recentemente lo aveva criticato. Lui, a testa bassa aveva pensato solo ad allenarsi e a fare bene. Perché a far parlare ci pensa sempre e solo il campo. Così è stato e nel secondo tempo la prestazione del georgiano è stata monumentale, con i due assist e una serie di giocate di una classe superiore.
Il Mattino