Luciano Spalletti: “Non dovevamo dimostrare nulla. La Juve? Fortissima su tutti i fronti”
Il tecnico del Napoli parla anche di Kim e la questione dei rigori
Gli chiedono se per caso il Napoli possa soffrire di ansia da risultato in questo momento rispetto alla prima fase del campionato e lui risponde così: «L’ansia la facciamo venire… Vedrete le prossime partite». La precisazione di Spalletti è in linea con il resto della sua analisi. «Non dovevamo dimostrare niente a nessuno. Ma cosa dovevamo dimostrare? Abbiamo vinto la partita gestendo bene le situazioni: ho visto una squadra molto matura che ha saputo ragionare, che ha usato la testa. Che è sempre stata sul pezzo».
Nonostante il rigore sbagliato. A proposito: «Siamo organizzati bene. Benissimo». E ancora: «Abbiamo sostituito Kim su indicazione del dottore: aveva un indurimento muscolare, un affaticamento che di questi tempi ci sta, e così abbiamo preferito non rischiare l’infortunio e di perderlo per mesi». Anche perché venerdì al Maradona arriva la Juve: «È una partita importantissima ma non determinante, contro una delle più forti del campionato. Sì: la Juve è la più forte di tutti per qualità della rosa, dei calciatori, per l’allenatore e per la forza societaria».
VAI KVARA. E allora, il Napoli è tornato alla vittoria: due gol, un rigore sbagliato e uno realizzato e tre punti in tasca dopo la sconfitta di mercoledì con l’Inter. «Dopo l’errore del rigore poteva esserci una conseguenza e invece la squadra è stata brava e ordinata. La Samp è stata bene in campo anche in dieci, non ci ha concesso spazi e anzi cercava l’episodio per rimettere a posto le cose ma io, ripeto, ho visto maturità nei miei calciatori. Non l’abbiamo mai messa in discussione». Poi, focus su Kvaratskhelia: «Kvara ha giocato una splendida partita sotto ogni aspetto: è entrato in area a fare le solite serpentine e ha cercato di crearsi varchi. La sostituzione non è nulla di strano: ne ho cinque e levo chi mi pare. Avete voglia di insistere, metti quello o metti quell’altro. Io faccio come voglio».
E ancora: «Probabilmente deve ritrovare la freschezza e il ritmo di quel periodo lì». Cioè della prima parte della stagione. «Non dimentichiamo che il suo break è cominciato per il dolore alla schiena». Dopo la trasferta di Anfield con il Liverpool in Champions.
OSI E I RIGORI. L’attenzione si sposta su Osimhen: «Lui ha un modo di stare in campo dove si prende le responsabilità di cui c’è bisogno. E quando va ad attaccare l’avversario usa tutte le caratteristiche: disponibilità, forza nell’impatto, nel duello fisico, nel contatto, nella fase difensiva. Ultimamente ha più attenzione in quelli che sono i movimenti da coordinare con la squadra. È diventato un calciatore forte. Ci sono leader più taciturni, ma lui lo è per l’esempio dei comportamenti che assume in campo». Ieri ha segnato il gol dell’1-0 e a un certo punto sembrava che dovesse tirare il secondo rigore: «Ho detto che doveva batterlo Elmas e così è stato. Punto. Siamo organizzati bene, benissimo. Il primo? Il rigorista è Kvara, doveva tirarlo lui: poi se c’è un altro che se la sente e si mettono d’accordo tra loro, va bene. Politano, tra l’altro, sa calciarli: sono cose normali e non va bene che si vada a seminare il dubbio che sui rigori ci sia qualcosa che non va».
Fonte: CdS