Guerrglia a Badia al Pino, dove nel 2007 fu colpito a morte Sandri, scontri tra napoletani e giallorossi
Sedici anni dopo, l’area di servizio Badia al Pino torna a essere terreno di scontri. E dove per Sedici anni tifosi di tutta Italia hanno lasciato sciarpe, messaggi di cordoglio e fiori in memoria di Gabriele Sandri, ieri sono volate nuovamente pietre e fumogeni, spranghe e bastoni per una nuova guerriglia di ultras che non hanno imparato la lezione. La domenica di sport quindi si è macchiata dall’incredibile vicenda accaduta ancora una volta sul tratto dell’autostrada A1, nella stazione di servizio vicina ad Arezzo. Intorno alle 13.30 è cominciata la guerriglia tra sostenitori di Napoli e Roma che ha bloccato per circa un’ora il tratto dell’autostrada tra Monte S. Savino e Arezzo in direzione Firenze. All’interno dell’area di servizio di Badia al Pino, direzione nord, erano presenti minivan con tifosi del Napoli diretti a Genova dove la squadra campana ha giocato contro la Sampdoria. Nell’area stazionavano pattuglie di Polizia stradale e carabinieri che hanno chiuso l’accesso alla zona. In quelle ore sull’A1 transitavano i veicoli dei tifosi della Roma, diretti a Milano per la partita contro il Milan: a quel punto gli ultrà napoletani (circa 350) dall’area di servizio hanno lanciato oggetti contro le auto dei romanisti in transito. Ne è scaturito il contatto tra le parti: i sostenitori giallorossi si sono fermati sul ciglio dell’autostrada per rispondere ai lanci con sassi e lacrimogeni, ma non solo: attraversando la carreggiata si sono diretti nella stazione di servizio per entrare a contatto con la tifoseria campana. Ne è nata una vera e propria guerriglia in mezzo all’autostrada: scontri con spranghe, bastoni, ma anche bandiere e cinture. Insomma, con tutto ciò che poteva essere utilizzato come un’arma.
UN FERITO. La polizia, per scongiurare ulteriori situazioni di pericolo, ha bloccato per un’ora anche la tratta autostradale con pesanti ripercussioni sul traffico: ben 15 km di coda e disagi per i veicoli che si sono ritrovati in mezzo ai tafferugli dei tifosi, tutti con il volto coperto, sciarpe e giubotti scuri. Uno di questi, fazione romanista, ha anche riportato ferite da taglio e si è recato autonomamente presso l’ospedale di Arezzo per riceve assistenza medica. Lo stesso tifoso è stato arrestato in serata per rissa aggravata. Le altre persone invece dopo circa un’ora sono state fatte risalire sui vari mezzi posti sotto scorta dalla polizia, che sta procedendo all’identificazione di circa 80 tifosi azzurri. Non è ancora chiara la dinamica che ha fatto scatenare lo scontro. E al vaglio l’ipotesi che tifosi di Napoli e Roma si fossero dati appuntamento nell’area di servizio del tratto aretino, ma anche che si tratti di un vero e proprio agguato teso dai tifosi partenopei ai rivali. Di certo tra le due tifoserie non corre buon sangue. Una rivalità esplosa definitivamente nel 2014 dopo la morte di Ciro Esposito, ucciso a Roma da Daniele De Santis con un colpo di pistola prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina disputata all’Olimpico.
ABODI E I SINDACI. «La polizia sta attivamente lavorando per arrivare ad identificare quanto prima i responsabili di un atto che ha messo in pericolo la sicurezza della circolazione e causato un enorme disagio in un’arteria fondamentale per la nostra viabilità», le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi. A commentare anche il ministro dello Sport Andrea Abodi: «Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull’A1». Anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha condannato l’accaduto: «Quanto successo è di una gravità allucinante. Scene da Far West. I responsabili saranno sanzionati. E valuteremo come Governo se sarà necessario un ulteriore giro di vite, dopo quello contenuto nel decreto sicurezza dell’agosto 2019, per isolare i violenti e tutelare i veri tifosi». Parole che fanno seguito al comunicato congiunto dei due sindaci di Roma e Napoli, Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi: «Gli scontri in autostrada tra tifosi del Napoli e della Roma sono inaccettabili. Ci auguriamo che le forze dell’ordine identifichino e puniscano come meritano i responsabili. Questi non sono veri sportivi! Napoli e Roma sono città amiche che dicono no ad una violenza senza senso».
IL TERRIBILE RICORDO. Gli scontri si sono verificati nella stessa area di servizio dove l’11 novembre 2007 morì Gabriele Sandri, tifoso della Lazio in viaggio verso Milano, ucciso da un colpo di pistola dall’agente Spaccarotella durante gli scontri tra tifosi juventini e laziali. «Non posso che condannare l’accaduto, ma preferisco non aggiungere altro perché certi ricordi pesano», le parole di Giorgio Sandri, papà di Gabbo. Un incubo che stavolta non ha causato vittime ma tanta paura per la follia generata dalle rivalità calcistiche.
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Fonte e foto Cds
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