Spalletti e quel minuto di silenzio ricco di ricordi

Il tecnico del Napoli parla del carisma e la forza di Gianluca Vialli

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Prima di sedersi, di provare vivere una normalità che non s’avverte, prima di lasciare che tutto – tranne la tristezza – finisca dentro ad un pallone, Samp-Napoli va riempita di altri (alti) significati: si gioca, certo, succederà a Marassi, lo stadio di Vialli e anche di Mihajlovic, quel calcio – quegli uomini – che non ci sono più. E’ una vigilia, un’altra, vuota, sa di niente, di mestizia, di pensieri che scappano via e che Luciano Spalletti raccoglie per un minuto di rumoroso silenzio, per ricordare Vialli e anche Mihajlovic, per scavare nel fondo della propria memoria e ripensare a quei giovedì «delle amichevoli che giocavo contro di lui quando ero all’Entella; dei suoi gesti che annunciavano un fuoriclasse; della sua signorilità, quella volta che caddi, dopo aver preso una pallata, e lui si fece venti metri per venirmi ad aiutare e farmi rialzare. Gianluca è stato carismatico, precursore, un calciatore moderno. Ha speso tutto se stesso per noi che abbiamo imparato tanto da lui». In questa Samp-Napoli che sa di Vialli e di Mihajlovic, le leggi della natura poi, quando il pallone sarà sistemato al centro del campo, richiederanno di calarsi completamente nella partita, di attraversarla con quella spregiudicatezza che Spalletti ha visto evaporare a San Siro in una squadra inaspettatamente imperfetta. «E Milano ci ha spiegato che a noi sarebbe piaciuto continuare ad avere otto punti di vantaggio sulla seconda. E la verità, adesso, è che ci girano le scatole». Anche perché seconda, nel frattempo, è diventata la Juve, staccata di quattro punti.

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Fonte: Cds

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