Cori contro Lukaku dei napoletani? Ecco come stanno le cose

I tifosi del Napoli avrebbero incoraggiato Kim e non fatto cori razzisti

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Il caso è più unico che raro e Napoli s’accorge d’aver contratto il virus del razzismo. L’ha scoperto a San Siro o forse se n’è resa conto ieri, quando nel «bollettino» della 16ª giornata di serie A, il giudice sportivo – Gerardo Mastrandrea – sollecita gli ispettori per ricevere chiarimenti sui cori che sarebbero stati indirizzati a Romelu Lukaku. Il problema è serio, è vietato rigorosamente ironizzare su un tema così scottante, vergognosamente attuale in Italia, ma la vicenda è inedita, non ha precedenti e , soprattutto , non è semplice da radiografare. Alla Procura Federale, «sentiti ulteriormente i responsabili per l’ordine pubblico», il dottor Mastrandrea chiede di provare risalire ai responsabili «dei cori di discriminazione provenienti dei tifosi del Napoli dal terzo settore anello blu» per tentare di scoprire quali siano «i settori abitualmente occupati, in prevalenza nelle gare in casa». Ma il 29 dicembre, a sei giorni dalla sfida di San Siro, la vendita di biglietti ai residenti in Campania venne bloccata e sarà necessario un servizio d’intelligence per far luce sulla vicenda. Può darsi che questa (assai) residua presenza d’imbecilli abbia anticipato il veto, trovando posto al Meazza; o si può anche sospettare d’essere in presenza d’un equivoco. Secondo Eurosport e le pagine odierne della Gazzetta dello Sport in realtà non sarebbe cori razzisti, ma di incoraggiamento per Kim “Kim, Kim, Kim”. Sarebbe insomma un errore clamoroso degli Ispettori della Lega.

 

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