A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale.
Di seguito l’estratto:
“”Non è un caso che il file rouge del Napoli sia con Parigi: il Napoli col PSG ha vissuto delle strette congiunzioni. Al PSG abbiamo venduto Lavezzi, Cavani, Fabian Ruiz, è andato Verratti che era già del Napoli, abbiamo un precedente in Champions. Qual è il filo di continuità? Purtroppo, è negativo. Peggio è andata al PSG perché ha perso lo scontro diretto con l’immediata inseguitrice che l’ha battuto. II PSG è ancora primo, ma era una delle due squadre imbattute d’Europa nei top 5 campionati, insieme al Napoli. La sconfitta ha fatto da preludio a quella del Napoli che ha meritatamente perso a Milano, una partita dove, però, sono emersi elementi positivi di valutazione.
Il Napoli ha avuto un inizio tremebondo ed ha concesso all’Inter di fare l’Inter, una squadra che non gioca a calcio, se per giocare a calcio si intende una squadra propositiva con un proprio gioco d’attacco, con cui intende vincere le partite. L’Inter è una squadra che, come l’avrebbe definita Gianni Brera, è “femmina”, Le squadre italiane, secondo la sua teoria, non avevano il DNA e la fisicità delle squadre del Nord Europa e doveva giocare tutto sulla natura: rapidità, furbizia, agilità, destrezza. Catenaccio e contropiede era consono alla natura dell’atleta italiano. L’Inter, contro il Napoli, ha giocato secondo natura: esterni bassi, palle lunghe sulle punte di peso Dzeko e Lukaku. Il Napoli, di contro, ha giocato da squadra di palleggio perché ha una cifra tecnica superiore, perché è una squadra meno
fisica predisposta al gioco corale con degli ottimi palleggiatori, in particolare Lobotka, Zielinski e gli esterni. Tuttavia, il Napoli ha giocato sotto ritmo. La sconfitta ci sta. Vogliamo cominciare i processi?
Cominciare a dire che il Napoli si perde nelle grandi occasioni? Che Spalletti sbaglia cambi? Se lo fate, vi assumete la responsabilità di avvelenare i pozzi di un ambiente che ha bisogno di serenità. Perdere a San Siro con l’Inter ci sta, non parliamo di una squadretta. La Salernitana, intanto, arranca: è la squadra giusta per la salvezza? Se fossi lervolino, caccerei De Santis e richiamerei Sabatino, non lascerei andare Nicola. Contro il Napoli riaccumuleranno energie, ed è normale.
Andare a vincere a Salerno, sarà più difficile di quanto ha fatto il Milan, esattamente come sarà difficile andare a vincere con la Sampdoria. Andare a vincere autorevolmente a Genova, significa affermare le proprie intenzioni. Una giornata non troppo positiva tra le varie vittorie a discapito del Napoli. La Juve è tornata pericolosa, che l’Inter abbia vinto non è uno svantaggio, il Milan è notoriamente una nostra diretta avversaria. Chiudo dicendo: tutto normale? No. Mi interrogo su me stesso.
Sono io che vedo una partita diversa? Siamo noi napoletani che abbiamo il piagnonismo congenito? Apro la Gazzetta e leggo un 6,5 per Sozza, leggo Casarin dire che ha arbitrato benissimo ed ha sorvolato su inutili falletti.
Apro il Corriere dello Sport, con Edomndo Pinna che dà 6,5 a Sozza definendolo ‘ottimo’. lo non ci sto. leri il Napoli ha perso per colpe sue, soprattutto per colpe arbitrali. Non ci sono episodi dubbi, come a Cremona.
Tuttavia, Skriniar fa un primo fallo con una punizione pericolosissima dal limite che non ha dato. Un secondo fallo, Kvara viene alzato da terra, colpendolo sulla gamba e da giallo netto, senza essere punito. Dopo pochi minuti, Barella entra da dietro su Kvara ed un giallo che potrebbe configurare qualcosa di più, neanche viene ammonito. Due gialli mancanti in 20: Col Milan, Kvara, fece ammonire i suoi due marcatori sulla fascia e provocò l’espulsione di Dest. Ieri, sarebbe potuta accadere la stessa cosa, se ieri i due uomini di fascia fossero stati ammoniti. Lasciandoli impuniti, l’arbitro ha cambiato la partita, Kvara ha giocato male ed è stato preso a calcioni. Le decisioni di Sozza hanno indirizzato la partita, al di là delle colpe del Napoli. Non capisco come possa essere stato valutato bene. lo non ci sto”.